Milano, 20 dic. (Adnkronos) – Il Tribunale civile di Milano ha accolto il ricorso presentato da dieci rom del campo di via Triboniano contro il sindaco Letizia Moratti, il ministro dell’Interno Roberto Maroni e il prefetto Gian Valerio Lombardi. I nomadi chiedevano che fossero assegnate loro le case popolari, rispettando un progetto inizialmente sottoscritto da Palazzo Marino.
Gli avvocati dei nomadi Alberto Guariso e Livio Neri fanno riferimento nel ricorso presentato a fine ottobre all’accordo firmato mesi fa dal Comune e dalla Prefettura, con il quale erano state individuate ‘le famiglie rom destinatarie degli alloggi Aler (di edilizia popolare, ndr)’ con ‘l’assegnazione nominativa a famiglie attualmente residenti nel campo Triboniano’, che dovrebbe essere presto sgomberato.
I nomadi hanno chiamato in causa anche il ministro Maroni, che durante una conferenza stampa di fine settembre riferì che i rom non avrebbero potuto acquisire gli alloggi indicati nei rispettivi progetti, bensì altri, che sarebbero stati reperiti facendo leva ‘sul gran cuore di Milano’.
A un mese da quelle affermazioni, si legge nel ricorso, i nomadi “non hanno potuto fare ingresso negli alloggi loro assegnati” e il Prefetto ‘non ha più convocato alcun abitante del campo di via Triboniano per la sottoscrizione dei progetti di autonomia’.
Nel frattempo, spiegano ancora i legali, ‘amministratori e politici hanno ripetutamente dichiarato alla stampa che ai rom non sarebbe mai stata data alcuna casa popolare’. I nomadi si sono quindi rivolti al Tribunale perché accertasse ‘il carattere discriminatorio del comportamento tenuto dalle amministrazioni convenute’ dando “pieno ed esatto adempimento’ ai progetti di alloggio nelle case popolari. Oggi il giudice Roberto Bichi, della prima sezione civile, ha accolto il loro ricorso.