Salvaprecari: un appello alle Istituzioni regionali

Si era capito che si volevano salvare non degli anonimi posti di lavoro, ma proprio la specifica situazione di lavoratori che, in quanto precari, sono in una condizione di fragilità.
Economia, I lettori di Aostasera

Si era, comunque, capito “Salvaprecari”, non “Agenzia di servizi”, né tantomeno “Selezionaprecari”.
Si era capito che si volevano salvare non degli anonimi posti di lavoro, ma proprio la specifica situazione di lavoratori che, in quanto precari, sono in una condizione di fragilità. Oltre al fatto che non si tratta di dirigenti e che le assunzioni saranno a tempo determinato. Si pensava che l’intento dell’S.p.A. fosse quello di garantire il posto di lavoro di chi già lavorava, valorizzando l’esperienza maturata, salvandolo dai tagli “iniqui” di una legge finanziaria che, per esempio, paradossalmente va a penalizzare gli Enti Locali più virtuosi, quelli che hanno gestito in maniera più oculata le risorse pubbliche.

Stupisce apprendere, invece, che mentre tutti i sindacati, sì tutti, non sono d’accordo sul requisito della prova selettiva per i custodi dei castelli, musei e giardini e per gli assistenti alle manifestazioni, l’unico attore a non essere d’accordo è l’Esecutivo regionale.
Ciò alla luce delle dichiarazioni, per esempio, del segretario Savt-Fp, Claudio Albertinelli, apparse su La Stampa del 19 aprile u.s., che parla di “compromesso necessario”, di “mediazione”, perché “da parte della Regione non c’era la disponibilità di eliminare la prova selettiva. Anche da parte nostra – spiega il segretario anche per Cisl e Uil – non si riteneva opportuno sottoporre a una prova di selezione le persone che presenteranno la loro candidatura”. Dalle stesse dichiarazioni risulta che si è riusciti a “spuntare” una prova semplificata e una riduzione della sua incidenza nella graduatoria. A testimoniare – questo si evince – che la stessa Regione non ritiene indispensabile omogeneizzare il trattamento (perché se la prova è più semplice e incide di meno rispetto alle tante già svolte negli anni precedenti, va da sé che … l’omogeneità è un’altra cosa).

Se le premesse sono queste, è inevitabile che sorgano dubbi sulla trasparenza della prova, che si crei competizione tra precari “vecchi”, di precariato oltre che di età, e precari giovani, così come è chiaro che, in realtà, i sindacati non siano divisi sul merito della questione, ma rispetto al modo di relazionarsi con il governo regionale ogniqualvolta ci sia un disaccordo.
Qualcuno invoca la meritocrazia, ma risulta, con rispetto per la professionalità che si esige dai lavoratori del settore in questione, che nemmeno un neurochirurgo debba sottoporsi ogni 2-3 anni a prove selettive che verifichino il suo aggiornamento.
Nella seduta del 22 aprile u.s. la Giunta ha assunto anche un provvedimento per la concessione di contributi per iniziative finalizzate alla promozione della legalità. Ma come si fa a scegliere di non cercare protezione al di fuori della legalità quando il precariato induce a vivere in balìa della politica?
Per queste ragioni, è auspicabile un gesto di ragionevolezza e di responsabilità, in un momento di crisi economica associata a rassegnazione e, talvolta, disperazione. Un segnale concreto contro le logiche clientelari che si alimentano della fragilità sociale, della mancanza di opportunità di lavoro.
Si emendi la prova selettiva per tutti i lavoratori che instancabilmente, negli anni, hanno continuato a sostenere prove concorsuali e hanno svolto con dedizione il proprio lavoro seppur da precari.

Lettera firmata

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