Roma, 27 Giu. (Adnkronos/Ign) – Tre aliquote Irpef, rendite finanziarie tassate al 20% (dal 2012) e imposta unica sui servizi. Sono alcune delle misure contenute in una delle bozze della delega sulla riforma fiscale, che sarà presentata al Cdm di giovedì prossimo insieme alla manovra triennale da 43 miliardi. Sarebbe in arrivo anche una riduzione dell’Irap, che potrebbe arrivare fino all’abolizione. La misura però, che dovrebbe entrare in vigore dal 2014, dovrà coniugarsi con le norme contenute nel federalismo regionale, che oggi consentono di arrivare fino all’azzeramento del prelievo sulle attività produttive (per la parte dell’imposta di competenza delle regioni), ma senza aumentare altri tributi. Un’imposta, quella sulle attività produttive, molto odiata dai contribuenti sin dalla sua nascita nel 1997, e che il governo ha dichiarato da tempo di voler togliere ma difficile da toccare (considerando che il suo gettito nel 2010 è stato di circa 33,5 miliardi).
Nella bozza vengono anche fissate le tre aliquote Irpef (20%, 30% e 40%) ma non vengono stabiliti i nuovi scaglioni a cui andranno applicate, fondamentali per sapere come sarà rimodulata un’imposta che oggi fa entrare nelle casse dello Stato circa 165 miliardi (dato 2010). Nel documento verrebbe inoltre espressa l’intenzione di riorganizzare il sistema delle detrazioni e deduzioni, composta da 476 misure che pesano per 161 miliardi circa, senza però entrare nello specifico sugli interventi.
L’obiettivo del governo sarebbe quello di arrivare ad una ‘rimodulazione’ che consentirebbe di risparmiare fino a 16 miliardi di euro (il 10% del totale) che potrebbe andare al finanziamento della nuova Irpef. Quanto all’incremento dell’imposta sulle rendite finanziarie (per la parte oggi ferma al 12,5%), avanza l’ipotesi di portare l’aliquota al 20%, già dal prossimo anno, escludendo però i titoli di Stato. Secondo alcune simulazioni la modifica porterebbe un maggior gettito pari a 1,5 miliardi.
Tra le ipotesi allo studio anche l’incremento dell’Iva, che dovrebbe servire proprio a finanziare la riduzione Irpef. L’imposta lo scorso anno ha fatto entrare nelle casse dello Stato 116 miliardi di euro.
Si discute di un possibile aumento di un punto percentuale per le due aliquote più alte (10% e 20%), mentre un’altra ipotesi prevede di incrementare anche l’aliquota più bassa (oggi ferma al 4%) e portarla fino al 6%. In arrivo anche l’imposta sui servizi, che andrà a sostituire una serie di imposte indirette (Iva esclusa), tra cui: l’imposta sulle concessioni governative, sulle assicurazioni, sugli intrattenimenti, sul registro di bollo e le imposte ipotecaria e catastale.