Al termine dei lavori per lo svuotamento dell’invaso della diga del Beauregard, la Valgrisenche avrà senz’altro un nuovo volto, ma i tempi tecnici dei lavori, anche se nel cantiere si procede a ritmi serrati, sono piuttosto lunghi e la località dovrà così ripartire turisticamente da zero. L’evento potrà costituire un’occasione di rilancio della destinazione fino ad oggi, al pari di altre valli minori, ingiustamente ai margini del turismo nostrano, ma anche un momento da valorizzare.
Dall’avvio dei lavori si assiste ad un via vai di curiosi che sostano lungo la diga e si soffermano impressionati a guardare giù. Un paesaggio che appare spettrale agli occhi di chi il lago lo ricorda pieno o per chi, come i più anziani, ricorda i villaggi che un tempo occupavano l’invaso. Allo stesso modo si tratta tuttavia di un lavoro emozionante per le sue dimensioni. Varrebbe la pena dunque, come già altre volte accaduto nella nostra regione, dare una maggiore diffusione e conoscenza dei lavori, organizzando momenti di incontro e dibattito pubblico e consentendo visite nel cantiere a tecnici esperti e alle Università che trattano questo tipo di ingegneria.
Dal punto di vista della ricettività alcune aziende sono al momento chiuse, altre lavorano a tempo pieno con gli operai e i tecnici impegnati sulla Diga. Di questi tempi l’albergo al completo nel mese di novembre può sembrare una manna dal cielo, ma occorre considerare che si tratta pur sempre di una situazione transitoria e contingente e quando cesserà occorrerà ricostruire un’immagine totalmente nuova e più attuale della destinazione. Mai come questa volta le imprese turistiche saranno chiamate a guardare, insieme con gli amministratori locali, al lungo periodo, un’occasione perfetta per ammodernare la stazione anche dal punto di vista strutturale investendo nello sviluppo turistico attraverso attività di marketing e comunicazione più moderne.
Con il cantiere fermo per la neve e per il ghiaccio, la stagione invernale in arrivo non dovrebbe subire particolari variazioni rispetto agli ultimi anni. Sarà invece l’estate la stagione più critica dove, tra camion e polvere, occorrerà ridurre al minimo il disagio per visitatori e naturalmente per la comunità tutta. In definitiva, come spesso accade, non tutti i mali vengono per nuocere, e le difficoltà di convivere con un cantiere di queste dimensioni si possono trasformare in una grande opportunità di riorganizzazione e rilancio della località.
Allo stesso modo le altre valli minori sono chiamate ad un attento lavoro introspettivo di analisi concentrando i propri sforzi su prodotti altamente di nicchia. Nel caso di Valgrisenche, alpinismo ed heliski la rendono nota nell’arco alpino anche a tanti stranieri. La domanda turistica però, caratterizzata anche da un’ottima capacità di spesa, non trova riscontro oggi in un’offerta adeguata in termini di servizi e strutture. Con questa situazione è auspicabile che tutti gli operatori turistici si mettano al lavoro insieme per un nuovo turismo a Valgrisenche.
A CURA DI TURISMOK