Come e quanto riducono i costi della politica le varie regioni italiane

Tra una settimana sapremo come la Valle imposterà i tagli agli stipendi dei politici. Intanto abbiamo una panoramica della situazione italiana: sette regioni hanno abolito il vitalizio, tutte hanno ridotto la busta paga dei consiglieri.
Consiglio regionale
Politica

La scorsa estate abbiamo dedicato varie inchieste ai costi della politica valdostana. Sotto la lente d’ingrandimento sono finiti la loro busta paga, la diaria, i benefits, il vitalizio e perfino la percentuale di indennità che va ai partiti.
Mercoledì prossimo il consiglio regionale si appresta ad affrontare il tema di petto, votando le misure da adottare per il contenimento dei costi della politica.

E nel resto d’Italia?
Ovunque ci si sta attrezzando per tagliare le spese, con differenti risultati. In questi ultimi due anni tutte le regioni hanno ridotto, seppur lievemente, le indennità dei consiglieri. Le uniche due ritardatarie, Friuli Venezia Giulia e Marche, lo faranno a breve. La Toscana ha ridotto il numero dei consiglieri. 

Un altro capitolo interessante riguarda il vitalizio, pensione da consigliere a 65 anni, garantita dopo una legislatura, cumulabile con i vitalizi di più legislature e con le pensioni percepite per altre professioni. I nostri “cugini” delle province autonome di Trento e Bolzano lo hanno abolito dal 2008. Altre sei regioni l’Abruzzo, la Basilicata, l’Emilia Romagna, la Liguria, la Lombardia e l’autonoma Sardegna, nonostante i “colori politici” più che mai vari, hanno una cosa in comune: elimineranno il vitalizio ai consiglieri a partire dalla prossima legislatura. Pare che presto a loro si aggiungeranno Umbria e Toscana. Quanto al Lazio, ha inserito l’abolizione del vitalizio nella manovra economica al vaglio del consiglio. I dati provengono da un’inchiesta del Sole 24 ore, pubblicata ieri a pagina 22.
Vitalizi a parte, le buste paga dei consiglieri, in Italia, sono state ridotte mediamente del 10%. Un calo da compensare però con i vari aumenti che periodicamente vengono attribuiti alle buste paga e alle indennità dei parlamentari, e, a ricaduta, dei consiglieri. Ad esempio, restando per un momento in Valle d’Aosta, i membri del Consiglio Valle hanno potuto giovarsi, dal 2000 al 2006, di un aumento complessivo del 18,6 per cento circa dello stipendio, e altri 200 euro in busta sono arrivati nel 2007.

Tra poco di più di una settimana sapremo come la Valle d’Aosta ha deciso di porre mano a un capitolo di spesa non solo ingente, ma anche politicamente “sensibile”. Sul tavolo ci sono sette proposte da votare, una presentata dai consiglieri del PD per la riduzione del numero dei Consiglieri, cinque presentate dai gruppi Alpe e sempre dal PD, che suggeriscono tra le opzioni l’alleggerimento del 20% della busta paga dei consiglieri, la cancellazione dei benefit e l’abolizione del vitalizio, e una ad opera della maggioranza, che propone la riduzione complessiva del 10,34% delle indennità. Unicamente quest’ultima ha ottenuto il parere positivo, non vincolante, della commissione consiliare, e quindi partirà decisamente avvantaggiata nella corsa all’approvazione in consiglio regionale.
 

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