Damasco, 10 gen. (Adnkronos/Aki/Ign) – E’ durato un’ora e quaranta minuti il discorso tenuto oggi dal presidente siriano Bashar al-Assad in diiretta tv. Si tratta del più lungo dei quattro interventi tenuti da quando sono iniziate le proteste in Siria contro il suo regime. Oggi Assad ha discusso della crisi siriana, cercando di rispondere a chi lo accusa di reprimere i manifestanti nelle strade del paese.
"Non ho mai ordinato di aprire il fuoco – ha affermato – siamo noi vittime dei sabotatori e dei terroristi che hanno distrutto più di 900 scuole e attaccato i beni pubblici che servono per aiutare la povera gente. Abbiamo mandato l’esercito solo nelle città che erano finite nelle mani dei terroristi".
Nel suo discorso Assad si è mostrato risoluto, sostenendo che "è la Lega Araba a rimetterci nell’aver congelato la nostra presenza all’interno di quel consesso", oppure quando ha affermato che "l’embargo non piegherà il nostro popolo" o che "non venderemo la nostra dignità di siriani in cambio di soldi". Per questo ha denunciato ancora una volta di essere vittima "di un complotto straniero", mentre dal punto di vista economico ha mostrato ottimismo sostenendo che "la Siria non sta peggio di altri paesi dove sembra che non succeda niente".
Sempre sul campo economico non mancano le analogie con i discorsi degli altri capi di stato arabi, caduti dopo la primavera araba, in particolare quando ha affermato che "l’Occidente non è più così importante come prima. Dal 2005 ci stiamo rivolgendo a Oriente".
"Non sarei qui senza il sostegno del popolo, dal quale il mio ruolo non può prescindere. Dico sin dal 2000 che non sono attaccato alla poltrona. Ciò che dicono sui media contro di me è falso, se lascerò il potere lo farò per volontà del popolo" ha affermato Assad denunciando ‘ una campagna mediatica senza precedenti. Sessanta tv nel mondo hanno lavorato contro la Siria, dando una cattiva immagine della Siria all’estero e portando il terrore nel paese". Secondo il presidente siriano "alcuni leader arabi sono con noi con il cuore, ma contro di noi in politica" perché sottoposti a "pressioni straniere". E "sta succedendo quello che abbiamo visto in Libia’.
Quanto agli osservatori arabi, "sono stato io il primo a proporne alla Lega Araba l’invio’. Lega Araba che "non è mai stata con noi e ha permesso la diffusione di notizie false sulle tv satellitari contro di noi. I paesi arabi credevano che non avrei risposto agli appelli in favore delle riforme invece l’ho fatto, quei paesi arabi che ci attaccano sono gli stessi che non si sono mai interessati alle nostre riforme".
Il discorso si è concluso senza l’attesa nomina di un nuovo premier scelto dall’opposizione, come previsto dalla tv ‘al-Arabiya’, ma auspicando la nascita di un governo allargato alle forze disponibili al dialogo con Damasco. E’ stato annunciato infine un referendum sulla nuova Costituzione entro marzo ed elezioni con una nuova legge elettorale entro giugno.
Intanto anche oggi si contano vittime per mano delle forze di sicurezza del regime di Damasco. Lo hanno reso noto gli attivisti dell’opposizione siriana citati dalla tv satellitare ‘al-Arabiya’. Due delle dieci vittime si sono registrate proprio mentre il presidente teneva il suo discorso alla nazione.
