Imputati delle nuove Br a Milano: “Violenza inevitabile e necessaria”

E' quanto rivendicano dalle gabbie gli imputati accusati di fare parte delle presunte nuove Brigate Rosse, durante la prima udienza del nuovo processo d'appello disposto nei loro confronti.
News Nazionali

Milano, 15 mag. – (Adnkronos/Ign) – ‘La violenza a questo punto e’ inevitabile e necessaria. Non amiamo la violenza non abbiamo il gusto romantico della violenza, ma ora e’ inevitabile’. E’ quanto rivendicano dalle gabbie gli imputati accusati di fare parte delle presunte nuove Brigate Rosse, durante la prima udienza del nuovo processo d’appello disposto nei loro confronti.

A parlare sono quelli indicati dagli inquirenti come i capi dell’organizzazione: Vincenzo Sisi prima, Alfredo Davanzo poi, e Claudio Latino. Gli imputati leggono due documenti che vengono poi acquisiti agli atti del processo. Parlano della ‘violenza strategicamente necessaria’ e rivolgono un appello ‘ai comunisti affinche’ si organizzino’.

Dalla gabbia in cui è rinchiuso, Davanzo è riuscito a parlare anche con i giornalisti. "Viva la rivoluzione, avanti la rivoluzione". E l’attentato a Roberto Adinolfi fa parte della rivoluzione? "Tutto fa parte della rivoluzione… Questo e’ il momento buono" ha detto uno dei leader dell’organizzaizone sgominata a suon di arresti nel 2007.

Mentre gli imputati parlano, il pubblico, formato per lo piu’ da simpatizzanti e da membri del centro sociale Gramigna di Padova, indossano magliette bianche che formano la scritta ‘solidarieta’. Gli imputati, ripetendo un copione gia’ visto in processi passati alle Brigate rosse, affermano di non avere ‘niente da giustificare, niente per cui difendersi. Affermiamo le ragioni del percorso rivoluzionario che riguarda tutto il proletariato’.

E come atto simbolico revocano la nomina al difensore. Nei loro documenti, letti dai tre nelle gabbie, si fanno tanti riferimenti alla crisi finanziaria e a realta’ europee e internazionali. In particolare puntano il dito contro la crisi finanziaria greca ‘fatta da criminali che stanno strozzando un popolo intero’.

Poi parlano dei 1700 suicidi negli ultimi anni ad Atene e di quelli che si registrano negli ultimi mesi anche in Italia. Ce n’e’ anche per lo stato e la magistratura, quest’ultima colpevole ‘di avere steso il velo dell’assoluzione’ nei confronti degli imputati della strage della Loggia che ‘altro non sono che gli esecutori materiali di questo Stato’.

‘Non abbiamo nessuna innocenza da rivendicare – dicono ancora dalle gabbie – annzi rivendichiamo di essere militanti impegnati nella costruzione del partito comunista rivolzionario’. Al termine dei loro interventi e’ esploso l’applauso e la solidarieta’ del pubblico subito fatto sgombrare dagli agenti.

Poco prima, i giudici della seconda Corte d’assise di Milano avevano respinto le richieste di scarcerazione avanzate dai difensori di 7 dei 12 imputati. A partire da uno degli imputati detenuti, infatti, i termini della custodia cautelare scadono a partire dal 13 giugno. Ma la Corte, presieduta da Anna Conforti, ha bocciato le richieste cosi’ come ha respinto le eccezioni che chiedevano la nullita’ del decreto di citazione a giudizio di oggi per alcuni difetti formali delle notifiche.

Davanti al Palazzo di Giustizia di Milano un gruppo di giovani antagonisti, proveniente soprattutto dal centro sociale Gramigna di Padova, ha organizzato un presidio di solidarieta’. Lungo Porta Vittoria i manifestanti hanno affisso teli con le scritte: "la rivoluzione e la lotta non si processano, solidarieta’ ai compagni arrestati". Tra i cartelli, anche una bandiera No Tav.

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