Crisi, Monti avverte: “Crescita in Italia? Ci vorrà ancora tempo…”

Monti approfitta dell'incontro organizzato da ItalianiEuropei con Massimo D'Alema e il Nobel Jospeh Stiglitz per fare il punto.
News Nazionali

Roma, 2 mag. (Adnkronos/Ign) – “La crescita? Insufficiente da 15 anni. Ora questo mostro ci appare in tutta la sua evidenza. E non basterà poco tempo per rimetterla in piedi".

Monti approfitta dell’incontro organizzato da ItalianiEuropei con Massimo D’Alema e il Nobel Jospeh Stiglitz per fare il punto e avvertire che l’uscita dalla crisi non è dietro l’angolo: “L’Europa non sta facendo molto bene riguardo l’obiettivo di far crescere l’economia”, spiega. ‘Non aspettiamoci troppo da riforme strutturali come quella del lavoro, come dimostra l’esperienza americana’, dice il presidente del Consiglio.

Con D’Alema e Stiglitz Monti entra nelle varie questioni aperte nelle ultime ore, dalle bacchettate ai partiti che hanno scatenato il dibattito, alle ricette per la crescita, alla spending review (con i nuovi commissari).

Sul primo punto Monti ci tiene a ribadire che non è concepibile la compensazione tra crediti e debiti decisa autonomamente dalle aziende, ( "sarebbe disobbedienza fiscale"), ma precisa anche che non era il segretario Pdl Angelino Alfano il destinatario dei suoi strali nella conferenza si lunedì scorso: "Sono andato a vedere -afferma- come era nato questo equivoco. Il presidente del consiglio non ha minimamente menzionato l’onorevole Alfano. Mi dispiace che sia nato un certo turbamento".

Anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, testimone oculare del ‘caso’, assicura: "Ero presente alla conferenza stampa e l’attacco di Monti ad Alfano, non l’ho sentito. Se mai ho sentito lo sdegno del presidente del consiglio verso una forza dell’opposizione che invitava all’evasione fiscale", ossia verso la Lega nord.

Quanto allo sviluppo, però, è Monti in persona a mettere in chiaro che "non ci vorrà breve tempo per la crescita" e ciò vale anche per "i brillanti governi" che si succederanno all’attuale. La bacchetta magica, insomma, non ce l’ha nessuno. L’azione del governo è frutto del rapporto particolare che un governo tecnico ha con la sua maggioranza in Parlamento: "Siamo la sintesi asessuata delle varie ascendenze che abbiamo e che coltiviamo con orgoglio e modestia" spiega a modo suo il premier, che sottolinea che "se deroghiamo ci sarebbero conseguenze pericolose per l’Italia", e questo anche se "l’Europa non sta facendo molto bene riguardo l’obiettivo di far crescere l’economia".

Nel frattempo, si cerca di capire dove realizzare i risparmi necessari e su questo fronte il Professore difende a spada tratta la scelta di nominare Enrico Bondi commissario ai tagli: "Il compito di Bondi -assicura Monti- non è quello di salvare il Paese ma di aiutare il governo a realizzare tagli mirati, che e’ una cosa molto difficile da fare. Si tratta di una scelta ragionevole la nomina di Bondi" e molti commenti letti in proposito "sono superficiali", come quello per cui "io come tecnico ho dovuto chiamare altri tecnici al governo".

Infine sul pareggio di bilancio. Monti si dice sicuro di poterci arrivare nel 2013: ‘Rispetteremo l’obbligo del pareggio di bilancio nel 2013, perché abbiamo preso tutte le misure necessarie’.

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