Sport e disabilità: per gli alunni di Morgex una lezione tutta speciale

Un’iniziativa della Consulta regionale per le pari opportunità ha permesso agli alunni delle scuole medie di Morgex di comprendere la disabilità e le possibilità di integrazione attraverso lo sport, grazie a testimonianze dirette.
Sport? Perché no - Gli alunni di Morgex
Società

Sport, disabilità e vita quotidiana. Su questi tre filoni si è sviluppato l’incontro dal titolo “Sport: Perché no?”, iniziativa promossa dalla Consulta regionale per le pari opportunità e dedicata ai ragazzi delle Scuole medie di Morgex nel quadro di un progetto pilota voluto dalla Consulta per promuovere lo sport come elemento di fulcro per la salute e la socialità anche delle persone diversamente abili. E’ stata una mattinata densa di emozioni arrivate dalle testimonianze dirette di disabilità. Egidio Marchese, componente della squadra olimpica paraplegici Wellchair Curling e Presidente dell’Associazione paraplegici Valle d’Aosta, ha raccontato la propria esperienza e come da un giorno all’altro, a causa di un incidente, la sua vita sia cambiata passando su due ruote. Anche per Rita Dal Monte, Olimpionica a Torino 2006 e Segretaria dell’Associazione paraplegici Valle d’Aosta, la carrozzina è arrivata dopo un tragico incidente in montagna. Il racconto di una mamma, diventata disabile, e la lotta per tornare a tutti gli effetti madre e poter essere riferimento per i figli, ha commosso tutta la platea e ha posto l’attenzione su un altro importante aspetto delle pari opportunità. Marchese e Dal Monte hanno raccontato le proprie esperienze da due punti di vista diversi, che hanno colpito la platea di giovani alunni, regalando emozioni e riflessioni sull’importanza e sul rispetto della vita “Quando ci è successo l’incidente – hanno ironizzato i due – in Paradiso non c’era posto per noi, ci hanno rimandato indietro, probabilmente perché dovevamo fare ancora qualcosa”. Dare forza a chi ne ha bisogno, vi da dire dopo averli ascoltati, dare un esempio concreto che la vita, per quando amara sia e difficoltosa, possa essere affrontata a testa alta se non demordiamo e ci lasciamo andare.

Sono state due testimonianze forti, così come quelle, accompagnate dalle immagini, di Andrea Borney, Presidente Associazione Sport per tutti-Aspert onlus e Direttore tecnico dell’Associazione polisportiva Ecole du Sport, che ha dimostrato come lo sport possa essere una via di integrazione e di uscita dall’isolamento. Ricca di suggestioni anche l’esperienza di Monica Allonzi, assistente di sostegno nelle scuole ai ragazzi portatori di handicap. Così le immagini delle Olimpiadi 2006, dove Egidio Marchese e Rita dal Monte sono stati protagonisti, si sono alternate a quelle di ragazzi che, nonostante la disabilità, si possono avvicinare allo sport grazie oggi all’aiuto di ausilii studiati appositamente. Così sciare o fare snowboard è un’emozione che si può provare nonostante la disabilità, così lo sport diventa un luogo di integrazione e di incontro con gli altri, così lo sport diventa un mezzo per diventare campioni, come lo sono stati Egidio Marchese e Rita Dal Monte.

“Portare questi incontri nella scuola è di primaria importanza – ha commentato Marchese – perché aiuta i ragazzi a comprendere che pur avendo una disabilità possiamo fare tante attività con l’aiuto degli ausilii. Per noi lo sport è un veicolo di integrazione e cerchiamo di far avvicinare alla pratica sportiva tante persone per le quali la disabilità è ancora un limite. Lo sport fa uscire di casa, aiuta a vivere meglio”. E se portato avanti con tenacia può condurre ad esperienze uniche così come quelle delle Olimpiadi. Non c’è cosa migliore per comprendere gli altri che vestire i loro panni e guardare il mondo da un punto di vista diverso. Per questo motivo la mattinata si è conclusa con la sperimentazione e la scoperta da parte dei ragazzi degli ausilii, messi a disposizione per l’occasione dall’Associazione paraplegici Valle d’Aosta e dall’Aspert-Onlus. Un momento quasi di gioco ma che ha lasciato il segno, poiché i ragazzi hanno potuto verificare, al di là della curiosità iniziale, quali sforzi e quale impegno siano messi in campo, nella vita di tutti i giorni, da parte di chi vive su una carrozzina, o più in generale da parte di chi viva con una disabilità.

 

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