Rischio flop per i saldi estivi ai blocchi di partenza: “Solo il 45% nei negozi”

I consigli per il corretto acquisto degli articoli
News Nazionali

Roma, 6 lug. (Adnkronos/Ign) – Ogni famiglia spenderà circa 250 euro (248) per l’acquisto di capi d’abbigliamento ed accessori in occasione dei saldi estivi. E’ quanto stima l’Ufficio studi Confcommercio nell’annunciare l’avvio degli sconti di stagione, a partire da domani, in tutte le regioni italiane, dopo Basilicata e Molise, dove sono già iniziati il 2 luglio. La Confcommercio infatti stima che la spesa media a testa sarà di 100 euro per un valore complessivo di 3,7 miliardi di euro pari al 12% del fatturato annuo del settore.

"I consumi nel settore moda – sottolinea Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia e vice presidente di Confcommercio – non sembrano poter crescere neppure con i saldi. Va detto, però, che pur non prevedendo una stagione particolarmente entusiasmante, si stima un calo del 9%, passando da uno scontrino medio di 114 euro a persona del 2011 ad una spesa media di 103 euro nei saldi estivi 2012, questo appuntamento rappresenta un evento di costume capace di coinvolgere tutte le nostre città con un ‘appeal’ straordinario e di attrarre anche moltissimi turisti a livello internazionale. Una ‘occasione’ non solo per i consumatori che, mai come adesso, potranno trovare qualità, profondità di assortimento, taglie e colori a prezzi decisamente interessanti, ma anche per gli operatori commerciali che potranno trarre dai saldi una boccata di ossigeno per le vendite. Per questo, ci aspettiamo che possa essere colta questa opportunità anche per sostenere la nostra economia".

La durata media del periodi di saldi è di 60 giorni ma ci sono regioni in cui il range è più ampio, come in Campania per 90 giorni, o più stretto come in Liguria per 45 giorni. Il calendario è consultabile sul sito di Confcommercio (www.Confcommercio.it).

E’ la stessa confederazione dei commercianti a suggerire per il corretto acquisto degli articoli in saldo alcuni principi di base. Innanzitutto i cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.

Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione.

Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale. Confcommercio segnala, inoltre, le varie iniziative promosse sull’intero territorio nazionale da Federazione Moda Italia, come ‘Saldi Chiari’, ‘Saldi Trasparenti’, ‘Saldi Tranquilli’.

I saldi estivi saranno "un vero e proprio flop", avverte il Codacons, perché si registrerà una flessione delle vendite del 20% rispetto allo scorso anno, con punte del 30% in alcune città. Il calcolo dell’associazione dei consumatori prevede che la spesa procapite nel periodo di sconti non supererà gli 80 euro, ad di sotto delle stime di Confcommercio. "Il dato è particolarmente negativo – spiega il Presidente Carlo Rienzi – considerato che già lo scorso anno si era registrato un crollo degli acquisti del 15%. Ad influire sul calo degli acquisti sarà soprattutto ‘l’effetto Imu’, le tasse e i balzelli introdotti dal Governo, la crisi ancora in corso e la scarsa fiducia degli italiani nel futuro economico nel nostro paese".

Si registrerà poi una riduzione delle vendite anche nei centri commerciali e negli outlet, che negli anni passati avevano retto all’ondata di crisi. Solo il 45% degli italiani – stima infine l’associazione – si avvarrà degli sconti di fine stagione. 

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