A tredici anni dall’ultima selezione è in dirittura di arrivo il nuovo concorso pubblico per insegnanti. “Per il prossimo 24 settembre – ha comunicato il Miur giovedì scorso, nel giorno in cui il Consiglio dei Ministri ha approvato i decreti relativi al sistema di valutazione e autorizzato le assunzioni di dirigenti, docenti e personale educativo – è prevista la pubblicazione di un bando di concorso, per titoli ed esami, su base regionale, finalizzato alla copertura di 11.892 cattedre nelle scuole statali di ogni ordine e grado, risultanti vacanti e disponibili. Altrettanti posti saranno messi a disposizione dal Miur attingendo dalle attuali graduatorie”.
I dettagli del concorso
“La procedura concorsuale – spiega il Ministero – avverrà secondo modalità innovative per favorire l’ingresso nella scuola di insegnanti giovani, capaci e meritevoli. Visto l’elevato numero di potenziali candidati, vi sarà una prova selettiva da svolgersi alla fine di ottobre, su una batteria di test uguale per tutte le classi di concorso. A gennaio sarà svolta la prova scritta (consistente anche in una prova strutturata di verifica delle competenze disciplinari), in modo da avere i tempi per svolgere la prova orale (con l’inserimento di una simulazione di una lezione per verificare l’abilità didattica) e pubblicare le graduatorie in tempo utile per l’immissione in ruolo per l’anno scolastico 2013/2014. A questo primo bando seguirà un secondo entro maggio 2013, disciplinato dalle nuove regole di reclutamento, attualmente in fase di preparazione”. I posti “in palio” saranno in tutto 11.892, divisi in due tranches: 7.488 l’anno prossimo, 4.404 nel 2014.
La situazione in Valle d’Aosta
Se a livello nazionale l’annuncio del nuovo concorso ha scatenato subito grandi polemiche, in Valle d’Aosta la situazione per il momento sembra essere ancora in una fase di stallo. “Per esprimere un giudizio dobbiamo attendere qualche elemento in più: bisognerà capire se il bando comprenderà tutte le regioni e se riguarderà solo i posti vacanti”, ha commentato Katya Foletto della Cgil. “Nel caso in cui la ratio rimanga la stessa adottata per i Tirocini Formativi Attivi – ha aggiunto – le classi di concorso interessate potrebbero essere le stesse, e cioè solo la 43/A (e a cascata la 50/A) per insegnare Italiano, e la 33/A per Tecnologia. Sia ben chiaro, siamo favorevoli ai concorsi, ma pretendiamo che siano tutelati i precari storici della scuola”.
Il rischio quindi è che molta gente, com’è avvenuto anche per il Tfa, debba affrontare il concorso cercando fortuna fuori Valle. “Al momento possiamo solo formulare delle ipotesi – spiega Alessandro Celi dello Snals – ma potremmo trovarci di fronte all’ennesimo paradosso, perchè il Ministero ancora non è stato chiaro su come i futuri abilitati in un’altra regione possano poi entrare di ruolo in Valle, dopo aver superato il concorso a Torino, Milano, Bologna o nel resto d’Italia. Insomma, speriamo che si faccia un po’ di chiarezza quanto prima".