Nell’arco dell’ultimo decennio la popolazione straniera residente in Valle d’Aosta è più che triplicata, passando da 2.630 a 8.419 unità. Il dato è uno dei più rilevanti tra quelli contenuti in un report presentato questo pomeriggio dalla Regione e dall’Istat e riguardanti le principali caratteristiche demografiche della popolazione valdostana, rilevate dal censimento nazionale del 2011.
La popolazione residente in Valle d’Aosta, al 9 ottobre 2011, ammonta quindi a 126.806 unità. “Rispetto al 2001, quando si contarono 119.548 residenti – si legge nel report – l’incremento è del 6,1%, da attribuire in larga misura alla componente straniera. Infatti, nel decennio intercensuario la popolazione della Valle d’Aosta di cittadinanza italiana è aumentata di 1.469 individui (+1,3%) mentre quella straniera è più che triplicata, spiegando pertanto circa l’80% della crescita demografica complessiva”. I cittadini italiani aumentano nella maggior parte dei Comuni della Valle d’Aosta (43 su 74) e diminuiscono negli altri, in particolare nel capoluogo Aosta.
Un incremento di pari entità si registra anche nell’incidenza degli stranieri sul totale della popolazione residente, che sale da 2,2% al 6,64%.I cinque comuni demograficamente più grandi (Aosta, Châtillon, Sarre, Saint-Vincent e Pont-Saint-Martin) concentrano poco meno della metà dei cittadini stranieri (47,3%) ma, in termini relativi, il loro peso è rilevante anche in comuni di piccole dimensioni. Avise, Verrès, Villeneuve, Ayas e Gignod sono i comuni dove la quota è maggiore, con valori compresi tra 96 e 129 stranieri per mille censiti, mentre quelli per i quali si osserva un’incidenza minima, pari o inferiore a 20 stranieri per mille censiti, sono Gaby, Lillianes, Pontboset, Champorcher e Rhêmes-Saint-Georges. La componente femminile rappresenta il 56,2% del totale, valore che sale al 58,2% nel Comune di Aosta.
L’età media degli stranieri residenti è di 31,5 anni. Il 46% di essi ha un’età compresa tra 25 e 44 anni, il 22,4% ha meno di 18 anni mentre gli ultra 65enni rappresentano soltanto il 2,5% del totale. La componente maschile risulta più giovane (29,7 anni) di quella femminile (32,8 anni).