La neonata associazione valdostana volontari del soccorso Mont Rose sceglie il Forte, uno dei simboli della Valle, per ufficializzare l’annessione alla Federazione regionale dei volontari della Valle d’Aosta e presentarsi al pubblico.
“Le nostre parole d’ordine sono competenza non impegno, entusiasmo non sacrificio” sottolinea Mirko Gastaldo Brac presidente della nuova associazione valdostana volontari del soccorso Mont Rose presentata questa mattina, giovedì 7 marzo, nella sala degli archi del forte di Bard. Il nome “Mont Rose”, d’altro canto, punta alla vetta denotando una grande ambizione e spirito di iniziativa.
“Tutti i nostri collaboratori amano fortemente il loro lavoro al punto da continuare a farlo anche nel tempo libero.”, spiega Gastaldo Brac. L’associazione, il cui obiettivo primario è ripristinare e potenziare i servizi essenziali (tra cui soccorso, trasporto al centro dialisi di Donnas, trasporto sul territorio soprattutto di anziani e disabili), è nata ad ottobre dello scorso anno e riunisce volontari di tutta la bassa valle. “Non si può improvvisarsi volontari” prosegue “non è sufficiente buon senso ed impegno. Un’associazione di volontariato al pari di un corpo umano è formata non solo da un cuore ,i volontari, ma anche da una testa e soprattutto da un’anima per gestire in maniera pratica, tangibile, continuata l’apparato organizzativo”
“Oggi festeggiamo una nuova nascita, quando nasce un’associazione è sempre un momento di festa e di vitalità che ci distrae da momenti grigi e tormentati come quello attuale” enfatizza Claudio Latino del Coordinamento Solidarietà per la Valle d’Aosta “il percorso formativo dei nostri volontari è di tutto rispetto e non sono certo da trascurare i giovani, sempre più numerosi. Dalla giornata di oggi nasce uno stimolo ulteriore al volontariato.” Volontariato che, per Latino, si presenta come lo strumento principale per sostenere le politiche di welfare, sempre più depotenziate in un periodo di spending rewiew. Posizione suffragata dalle recenti statistiche Istat secondo le quali l’attività dei volontari farebbe risparmiare allo stato otto miliardi di euro l’anno.
“La formazione dei volontari richiede parecchio tempo – 200 ore totali tra tirocinio, teoria, pratica – e le persone già formate non sono ancora sufficienti per una stabile organizzazione. Ci impegneremo a rendere tutti operativi entro fine anno.” promette Paolo Ferrero, Presidente della Federazione regionale dei volontari del Valle d’Aosta; nata nel 1978 e che oggi annovera 17 organizzazioni. “I rapporti con USL e enti locali sono sempre stati buoni e proficui. Certo, con alcune criticità ma si sa che quando il denominatore comune è la solidarietà è possibile trovare una soluzione a tutto; sicuramente l’annessione di questa nuova realtà ci darà ancora più forza.” Punto di vista confermato dall’Assessore Regionale alla sanità Albert Lanièce “I momenti di confronto e di criticità sono stati costruttivi e hanno fatto emergere nuove realtà: una fra tante, il comparto di Verrès.” Smentendo le voci sull’intenzione di smantellare il 118 al poliambutorio di Donnas – “sistema perfettamente funzionante e da non perdere”- il neoeletto senatore si impegna fermamente a difendere le politiche di solidarietà anche nella capitale.
Il presidente della Regione Augusto Rollandin si dice orgoglioso di una comunità come la nostra che “conta la più alta percentuale di adesioni alle associazioni di volontariato – oggi se ne contano circa 120 -. Questo dimostra che siamo una regione piccola ma responsabile verso gli altri.” Ben venga anche l’adesione della Mont Rose alla Federazione “per non creare campanilismi, nel volontariato dovrebbe essere esclusa la concorrenza esterna che non produce nulla e va a scapito della qualità e della garanzia per l’utenza.”