La Chiesa valdostana si interroga sul proprio futuro: “Ripartiamo da qui”

Il Vescovo di Aosta, mons. Franco Lovignana, ha presentato la lettera pastorale pubblicata in occasione della solennità di San Grato. Una lettera dedicata interamente al futuro della Chiesa valdostana e delle sue parrocchie.
Mons. Franco Lovignana e Fabrizio Favre, direttore del Corriere della Valle
Società

“Ripartiamo da qui”. E’ questo il titolo che il Vescovo di Aosta, mons. Franco Lovignana, ha dato alla lettera pastorale pubblicata in occasione della solennità di San Grato, patrono della diocesi. Una lettera dedicata interamente al futuro della Chiesa valdostana e delle sue parrocchie. Una riflessione che è già stata avviata negli ultimi anni, ma su cui Lovignana oggi intende tirare le fila.

“La domanda – ha dichiarato oggi il Vescovo durante la consueta presentazione alla stampa – nasce soprattutto dalla preoccupata constatazione della diminuzione del clero. Lavorando con il Consiglio presbiterale e pastorale diocesani abbiamo preso coscienza che, pur essendo un problema serio, la diminuzione e l’avanzare dell’età dei sacerdoti non era l’unico elemento sul quale fermarci”.

Nelle intenzioni della Chiesa valdostana, dunque, il titolo “Ripartiamo da qui” della lettera pastorale porta in sé la risposta e la prospettiva agli interrogativi e alle trasformazioni su cui si sta interrogando. “Ripartiamo non solo dalle riflessioni fatte fino ad oggi – ha detto Lovignana -. Il “Qui” è la Pasqua di Gesù raffigurata da una bellissima miniatura rinascimentale tratta dal Messale de Rotariis della Collegiata di S.Orso che da cui è presa l’immagine della lettera pastorale di quest’anno. E’ bello pensare che ai piedi di quella croce c’è una piccola comunità cristiana, esitante, semplice”.

Dunque il numero dei parroci resta una questione aperta, ma non è l’unica. I sacerdoti in servizio sono 50 con un’età media di 64 anni, ma non è la sola questione che la diocesi deve affrontare. “Diminuisce il numero di persone che partecipa alla vita delle comunità parrocchiali – dice il Vescovo – ma cresce anche la secolarizzazione. Su quest’ultimo punto un esempio fra tanti è quello delle feste patronali dei nostri paesi: sono momenti molto belli, ma spesso poveri dal punto di vista della vita di fede”.

Secondo Lovignana serve un cambio di mentalità. Se prima il parroco si moltiplicava su più parrocchie per rispondere alle esigenze di ogni comunità, ora sarà necessario creare momenti comuni fra parrocchie diverse. “Procediamo a piccoli passi e accogliendo le domande di ciascuno” ha detto il Vescovo che dedicherà il prossimo anno ad incontrare i parroci e le comunità delle cinque zone pastorali. L’obiettivo è anche di formare in ognuna di queste collaborazioni pastorali un piccolo gruppo di collaboratori che possano aiutare il parroco nei diversi ambiti della pastorale, anche assumendo per un po’ di tempo delle responsabilità.

Inoltre, verrà chiesto ai catechisti e ai membri dei Consigli parrocchiali (pastorale e per gli affari economici) di partecipare agli incontri di formazione proposti in diversi luoghi della Valle dalla scuola Effatà che è stata ristrutturata su quattro anni proprio per offrire una formazione di base uniforme sui quattro grandi capitoli del Catechismo della Chiesa Cattolica: il Credo, i Sacramenti, la vita morale e la preghiera. Per i membri dei Consigli parrocchiali per gli affari economici abbiamo preparato altri due incontri dedicati specificamente all’amministrazione dei beni ecclesiastici.
 

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