Ferragosto, last minute e soggiorni brevi nel segno della crisi

Un bilancio di questa prima parte dell'estate e delle prospettive per Ferragosto nelle principali località turistiche valdostane.
Immagine di archivio
Società

La prima parte dell’estate è alle spalle e davanti a noi incombe Ferragosto, la festività che ci conduce verso la parte conclusiva della stagione vacanziera per eccellenza.
Ma sarà stata davvero poi una stagione così vacanziera?
Sulla bocca di tutti, comprensibilmente, c’è anzitutto la crisi economica che taglia fondi e sicurezze e spinge la gente (e non solo i turisti) verso un fare decisamente più misurato e più attento alle spese e che si riflette giocoforza sui beni di consumo ed inevitabilmente anche sulle vacanze.
“Il mercato è in linea con quanto succede dappertutto – spiega Ferruccio Truchet, Assessore al Turismo di Courmayeur e albergatore – e d’estate per tradizione ci sono tanti italiani, ovvero una fetta di mercato attualmente un po’ in crisi. Ormai qui ci si possono scordare i 15 giorni di vacanza a Ferragosto, ma ci si basa su tante prenotazioni all’ultimo momento”.
Ottima invece, secondo Truchet, è la promozione delle tante attività estive di Courmayeur, che permette di scacciare temporaneamente la crisi: “L’immagine della Valle è molto migliorata, come anche la qualità dell’offerta. Finora abbiamo avuto un’ottima affluenza ai rifugi grazie al Tour du Mont-Blanc e a tutto quel che si muove attorno al trekking e che riesce, con una promozione mirata, a portare molti turisti e appassionati stranieri in Valle”. La crisi però, secondo Truchet, non è solo nelle tasche ma inesorabilmente anche nelle teste: “La crisi è anche psicologica, e si sente come un segno di limitazione costante, di incertezza verso il futuro, e fa sì che la gente sia logicamente più parsimoniosa”.

Crisi dunque che influisce, e pesantemente, anche se non è l’unico elemento da prendere in considerazione: “La crisi fa la sua parte – afferma Ivana Gaillard, Assessore al Turismo di Ayas – anche se credo che la Valle abbia meno visibilità rispetto ad altre regioni. Le nostre manifestazioni hanno avuto buoni riscontri, ma i commercianti sanno che le persone vogliono risparmiare e c’è il problema di tante seconde case, case di chi quindi conosce il posto, che restano chiuse”. Un bilancio, poi, sulla prima edizione del festival ‘La Montagne en Rose – Le abilità delle donne’, tenutosi a fine luglio a Champoluc: Essendo stata un prima edizione – prosegue Gaillard – purtroppo l’affluenza è stata caratterizzata da un po’ di alti e bassi”.

A Champoluc, però, si respira anche un’altra atmosfera, che fa ben sperare per il futuro: “La prima parte dell’estate non è stata delle più semplici – spiega Emanuela Fosson, Presidente dell’Associazione Albergatori di Ayas – e si può fare ancora tanto per l’immagine della Valle d’Aosta. A Champoluc però si respira una buona aria e sembra che stia tornando la volontà di fare degli investimenti e di andare avanti: qui c’è infatti un nutrito programma estivo di attività che, grazie alle energie dei giovani, riesce a dare molta fiducia per il futuro e per superare la crisi”.

Congiuntura economica che si fa sentire eccome anche a Cogne, anche se il Presidente del Consorzio Operatori Turistici Filippo Gérard ci tiene a fare qualche distinguo: “Bisogna contare anzitutto che la stagione estiva è iniziata tardi, e che nonostante agosto stia andando abbastanza bene si parla pur sempre di soggiorni brevi e con molte prenotazioni cancellate all’ultimo. La crisi incide tanto, certamente, ma credo che siano altri gli elementi che penalizzano il nostro prodotto come ad esempio l’organizzazione della rete dei trasporti, la ferrovia e un’autostrada davvero troppo cara. Questi sono dei grandi disincentivi per i turisti, perché farsi una grande pubblicità è inutile se poi la gente non riesce a raggiungere i posti con facilità. È anche per questa ragione infatti che si guarda con grande attenzione al destino di questo nuovo aeroporto, con la speranza che possa facilitare l’arrivo di molte persone in Valle”.
 

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