“Le grand rassemblement” tra i partiti di matrice unionista sembra essere sempre più vicino. O forse no. Mentre sono in corso incontri e consultazioni interne ai partiti, di sicuro alcuni dei giocatori seduti al tavolo – Uv e Uvp in particolare – hanno fretta di chiudere la partita, come rivelano i contenuti di una bozza del documento riassuntivo, di sintesi, condiviso dal Presidente di Uvp, Elisa Bonin, con i colleghi degli altri Movimenti. Una bozza finita in qualche modo sui tavoli delle redazioni, con una conseguente fuga di notizie che secondo alcune indiscrezioni avrebbe fatto innervosire alcuni dei protagonisti coinvolti nella trattativa, Alpe in primis.
"Faccio politica da un po’ di tempo – scrive infatti Albert Chatrian su Facebook – tuttavia mi sta venendo il dubbio di non aver ancora imparato “il mestiere” del politico e non so se sia un male. Se la politica non è più in grado di offrire altro oltre allo spettacolo cui stiamo assistendo, fra tavoli allargati e tavolini ristretti, annunci di “réunification”, propositi di “réunion”, appelli all’”embrassons-nous” e improvvisa riscoperta dell’autonomia, il mio dubbio cresce ancora".
Nel documento trapelato, dopo una lunga introduzione in cui si ripercorrono la crisi e le vicende politiche degli ultimi anni, si guarda al futuro richiamando la necessità di lanciare con urgenza gli “Stati Generali degli Autonomisti”, come proposto da Mouv’.
“La situazione attuale della nostra regione impone dunque azione e impegno – si legge nel documento – con le riforme necessarie per superare l'immobilismo che ci paralizza. Azione perché l'obiettivo primario sarà quello di rivedere i rapporti con lo Stato italiano e l'Unione Europea, sulla base di riforme che saranno i punti di partenza fondamentali sui quali sostenere le basi dello sviluppo per il futuro della nostra regione”.
Ecco quindi le tanto attese prove di pace. "Ciò potrà essere realizzato solo unendo con urgenza le forze politiche che si riconoscono nei principi del federalismo dell'autodeterminazione e dell'autogoverno. L'impegno, invece, è di rinnovare i metodi della nostra vita politica per servire l'interesse collettivo. Trasparenza e meritocrazia devono essere la base dalla quale fare partire ogni azione che riguarda la gestione amministrativa, intesa come res publica”.
“In una prospettiva a lungo termine – si legge quindi nella bozza – il progetto di “rassemblement” potrebbe essere un primo passo verso la nascita futura di un unico soggetto politico, caratterizzato da pluralismo interno, trasparenza, rettitudine morale e competenze, che sia all'altezza di gestire il futuro della Valle d’Aosta”.
Raggiunta telefonicamente, Elisa Bonin conferma la fuga di notizie gettando però acqua sul fuoco: “Gli incontri con UV, Alpe e Mouv proseguono in maniera proficua, siamo fiduciosi che presto si arriverà alla proposta di un documento politico da sottoporre agli organi dei rispettivi movimenti: questa di oggi è una prima bozza che potrebbe essere modificata, anche solo in parte". Nuovi incontri sono previsti nei prossimi giorni e, se necessario, all'inizio della prossima settimana. "Non c'è fretta – conclude Bonin – non ci siamo imposti una data entro la quale finalizzare l'accordo, se non l'inizio di ottobre per gli Etats generaux des autonomistes".
Alpe tira il freno
Non sembra essere così d'accordo, come già detto, l'assessore Chatrian (Alpe). "ALPE intende però mantenere l’impegno assunto con MOUV,PNV, S.A, UVP e il consigliere Padovani il 10 marzo 2017 – scrive – abbiamo il compito di traghettare la Valle d’Aosta dallo stallo in cui è stata lasciata andare spesso, ad una navigazione responsabilmente guidata, in grado di affrontare le difficoltà del momento, ma avendo ben chiara la mappa e il percorso che ci dovrà condurre ad un nuovo mondo. Nel futuro della Valle d’Aosta ci sarà ancora, eccome!, l’autonomia, ma per difenderla e garantirla nel tempo dobbiamo essere capaci di farne buon uso: in primis governando bene e amministrando al meglio le nostre risorse, senza dimenticare però che facciamo parte di uno Stato e che apparteniamo ad una categoria, quella delle regioni a Statuto Speciale, che non gode di molte simpatie".
E poi, la frecciata a chi conduce le trattative. "Ai signori che dichiarano di avere a cuore le sorti dell’autonomia, ai consiglieri regionali che si siedono ai vari tavoli dove si dovrebbe decidere per il bene della Valle – scrive ancora Chatrian – chiedo di riflettere bene prima di assecondare sommovimenti che, non solo non sarebbero capiti né graditi da gran parte dei valdostani, ma rischierebbero di mettere in ridicolo la nostra regione, senza peraltro portare a niente di concreto o di più incisivo, sul fronte politico, rispetto a quanto si sta facendo ora".