Dopo una giornata intera di dibattito il consiglio si chiude così come si era aperto: nella totale confusione, senza un governo con pieni poteri, con un presidente sfiduciato, non solo a parole ma anche nei fatti. La risoluzione presentata da Uv, Uvp, Pd, Cognetta ed Epav è stata, infatti, approvata con 22 voti a favore e 12 contrari.
Il gesto di “responsabilità” chiesto da Uvp al Presidente della Regione non è arrivato. Così come non sono arrivate le dimissioni per “coerenza” dei due assessori di Uvp, Laurent Viérin e Luigi Bertschy. Allo stesso modo non sembra ancora “matura” la mozione di sfiducia costruttiva, invocata dagli ex colleghi di maggioranza dei progressisti e che potrebbe nuovamente ribaltare la Giunta.
I tempi fissati dalla normativa prevedono che la mozione non possa essere messa in discussione e votata prima di tre giorni e dopo quindici giorni dalla data di presentazione. Nel mezzo c'è l'arrivo in Valle d'Aosta di Paolo Gentiloni, atteso per la scuola della democrazia (un ossimoro di questi tempi in Valle) e la questione "urgente" da affrontare con il Premier dei 144 milioni di euro, chiesti dalla Stato alla Regione e che pesano come un macigno sulla predisposizione del prossimo bilancio regionale.