Organizzato dal Centro donne contro la violenza di Aosta a decorrere dalle 18 di mercoledì 14 dicembre, l’evento “La violenza contro le donne e la vittimizzazione secondaria” si compone di due distinte parti: la serata infatti si aprirà con la messa in scena da parte della compagnia teatrale “M.A.S.C.” della pièce ”Secondo atto”, ideata da Giulia Morello e reduce da esibizioni su tutto il territorio italiano; al termine dello spettacolo è prevista una breve tavola rotonda sulla tematica che, con la moderazione della presidente del centro aostano Anna Ventriglia, vedrà gli interventi delle consulenti Simona lamele e Daniela Benedino, delle operatrici di accoglienza Tiziana Cattalani e Stefania Corsi e della blogger e scrittrice Roberta Marasco.
Per coloro che vorranno presenziare all’iniziativa è consigliabile la prenotazione a mezzo email all’indirizzo cdvaosta@libero.it.
La vittimizzazione secondaria
Secondo quanto constato dalla relazione datata 20 aprile scorso pubblicata dalla “Commissione femminicidio” del Senato e risultato di 4 anni di indagini statistiche facenti capo a oltre 1.500 fascicoli processuali posti sotto esame, la violenza domestica e assistita fatica ancora a emergere all’interno dei procedimenti giudiziari, arrivando così a innescare forme anche gravi di vittimizzazione.
“La consapevolezza e la conoscenza di tali meccanismi è essenziale per assicurare una risposta efficace da parte di tutte le istituzioni che si occupano del fenomeno – si legge nella nota rilasciata dal “Centro donne contro la violenza” di Aosta – Formazione degli operatori e abbattimento di stereotipi e pregiudizi sono i pilastri su cui fondare il contrasto a ogni qualsivoglia modalità di sopruso legato al genere”.
Fenomeno sempre più in crescita e in aggravamento nonostante le innumerevoli campagne di informazione e sensibilizzazione sulla tematica, la violenza sulle donne colpisce tanto direttamente le vittime quanto indirettamente figli e famiglie che tentano di difenderle o tutelarle. A oggi, oltre 21.000 mogli e madri vengono accolte annualmente all’interno dei circa 100 centri antiviolenza della Penisola, i quali offrono loro ospitalità e sostegno per riuscire ad affrontare i soprusi ritrovando quanto prima le perdute autonomia e serenità.