Il concerto “Patoué eun mezeucca” chiude “Printemps en musique”

Appuntamento venerdì 21 giugno, alle ore 20.30, alla Cittadella dei giovani di Aosta. La serata raggruppa una serie di artisti che hanno in comune l’uso del patois, ma di generi diversi, dal folk al blues rock, passando per hip hop, ska e funky pop.
Patoué eun Mezeucca

Venerdì 21 giugno è sinonimo di concerti, ricorrendo la giornata mondiale della musica. Inoltre, cadendo il giorno dopo il solstizio d’estate, che segna l’inizio della bella stagione, è data che si presta naturalmente a segnare la conclusione della rassegna “Printemps en Musique”, organizzata dalla Regione con la musica quale “fil rouge” attraverso vari generi ed espressioni. La conclusione andrà in scena alla Cittadella dei giovani di Aosta, alle ore 20.30, con il concerto che vedrà per protagonista il collettivo “Patoué eun mezeucca”, che riunisce “la grande famiglia della musica in francoprovenzale”.

La definizione è di Philippe Milleret, presidente del collettivo, che spiega come il progetto, nella sua edizione “numero zero”, “nasce nel 2012, in occasione dell’ultimo Festival des Peuples Minoritaires” e vede la luce “da una mia idea di riunire tutti i cantautori valdostani insieme, con l’obiettivo di fare un evento all’anno e condividere, appunto, quella che è la musica in lingua francoprovenzale”. Iniziata con brani folk e popolari (di interpreti come Magui Bétemps e Luis De Jyaryot), la tradizione musicale “patoisante” è arrivata oggi ad abbracciare una panoplia di generi.

Dal rock blues dello stesso Milleret allo ska, al funky reggae, con “l’entrata in scena di Fabien Lucianaz, che ha portato addirittura l’hip hop”. Senza dimenticare artisti come Katia Perret, Christian Sarteur, Erik Bionaz o Gabriele Collé. “Tutti noi – aggiunge Philippe Milleret – abbiamo dato un supporto e portato qualcosa al progetto”. Quindi, l’idea alla base del collettivo può essere riassunta in “una sola lingua, ma diversi generi”.

Quest’anno lo spettacolo si chiama ‘Teuria foua la lenva’, – aggiunge Milleret – perché visto tutto il periodo che c’è nel mondo, quasi il divieto di esprimerci, nonostante noi viviamo in democrazia, abbiamo detto ‘Teuria foua la lenva’, cioè parla, e abbiamo dato questo taglio allo spettacolo proprio per avere il coraggio di poter dire cose e di continuare a dirle anche in patois, di non aver paura di parlare patois”.

Peraltro, “il francoprovenzale è una lingua ancora viva, è una lingua che esiste, è una lingua che i giovani oggi studiano anche a scuola, perché comunque la globalizzazione ha portato sì al fatto che si parli molto meno in famiglia, ma che si possa imparare a scuola”. A fianco di Milleret alla guida del collettivo c’è un “direttore artistico, che è Vincent Boniface, e siamo riusciti a creare una band fissa, che è composta da Florian Bua alla batteria, Patrick Faccini al basso e Diego Joyeusaz alla chitarra e ovviamente anche dai due fratelli Boniface con i loro centomila strumenti”. Tutt’attorno, ad ogni evento, si alterna il resto della line-up, che i promotori sperano estendersi volta dopo volta.

Sul palco, nella serata di venerdì (ingresso libero), saliranno: Liliana Bertolo, Remy, Sandro e Vincent Boniface, Florian Bua, Lele Collé, Henri e Luis De Jyaryot, Patrick Faccini, Diego Joyeusaz, Fabien Lucianaz, Luciano e Philippe Milleret, Katia Perret, Christian Sarteur e Maura Susanna. Tra gli eventi organizzati, in passato, dal collettivo si annoverano il concerto “Memoria di Magui Bétemps”, quello per i 70 anni di Louis de Jyaryot, oppure quello con le canzoni internazionali tradotte in patois. In poche parole, “una sola lingua, ma diversi generi”.

Patoué eun mezeucca
Patoué eun mezeucca.

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