Il caldo anomalo di queste prime due settimane di settembre ha fatto schizzare lo zero termico a valori nettamente superiori alla media su tutto l’arco alpino: secondo i radoisondaggi effettuati tra Svizzera e nord Italia, nei giorni passati esso ha raggiunto i 4.900 metri, superando persino l’altitudine del Monte Bianco, salvo poi attestarsi stamane a circa 4.600 metri.
“La misurazione dello zero termico non avviene in Valle d’Aosta bensì con appositi sensori lanciati tramite palloncini che poi vengono persi in atmosfera nella località Svizzera di Bayern, vicina a Losanna, e nelle località italiane di Novara e Cuneo-Levaldigi – spiega Umberto Pellegrini dall’ufficio meteo del Centro funzionale regionale -. Nei giorni passati esso si è mantenuto ad alte quote per mezzo di una grossa area di alta pressione che, come sappiamo, ha generato assenza di nubi e tempo soleggiato”.
Sul territorio valdostano lo zero termico viene invece stimato sulla base dei dati forniti dalle stazioni di monitoraggio del Centro funzionale: pur trattandosi di informazioni meno dettagliate, esse oscillavano a quota 4.700 metri nelle ore più calde della giornata di ieri.
“Secondo la tendenza, le condizioni meteorologiche stanno progressivamente cambiando, tanto che già da stasera l’anticiclone che interessa le Alpi andrà diminuendo di intensità ed espansione a causa di una perturbazione che transiterà sulla regione mercoledì portando tempo instabile – anticipa ancora Pellegrini -. Anche lo zero termico subirà un’inflessione, arrivando mercoledì a valori più bassi e vicini alla media della stagione”.
Dopo essere sceso ai 3.500 metri pronosticati dagli esperti, lo zero termico difficilmente dovrebbe risalire anche se per averne la certezza sarà necessario attendere previsioni meteorologiche più certe.
“Non dobbiamo preoccuparci eccessivamente nemmeno dei crolli che la settimana scorsa hanno colpito la nostra regione e le Dolomiti perché la correlazione con l’innalzamento dello zero termico non è così immediata – rassicura Pellegrini -. Certo, le elevate temperature hanno sicuramente una correlazione con la frequenza degli eventi franosi e il caldo anomalo del periodo non aiuta”.