Da Legambiente la bandiera nera per la telecabina Pila-Couis

La bandiera nera è stata assegnata alla Giunta regionale, guidata allora da Lavevaz. Due le bandiere verdi per la Valle d'Aosta, al Comitato per l'ampliamento del Parco del Mont Avic di Fénis e all’Associazione Aosta Iacta Est, organizzatrice di giocAosta.
Stazione di monte - telecabina Pila Couis
Ambiente

Sono state 19 le bandiere verdi 2023 assegnate da Legambiente all’arco alpino che raccontano la rivoluzione in atto nei territori montani che, attraverso iniziative e progetti concreti e sostenibili, cercano di contrastare crisi climatica e spopolamento delle aree montane, facendo rete e rafforzando la comunità locale.

Il Piemonte si conferma la regina green d’alta quota con cinque vessilli verdi, seguita da Friuli-Venezia Giulia con quattro, Veneto con tre, Lombardia e Valle d’Aosta con due bandiere, Alto Adige, Liguria e Trentino con una a testa.  

Per la nostra regione è stato premiato il Comitato per l’ampliamento del Parco del Mont Avic di Fénis per la volontà di ampliare il territorio del Parco sui propri terreni”, così come l’Associazione Aosta Iacta Est di Aosta “per aver organizzato negli ultimi quindici anni la manifestazione ‘Giocaosta’ che dimostra la capacità di una comunità di proporre aggregazione e attrattività turistica a impatto zero”

La Valle d’Aosta, però, ha visto assegnare da Legambiente anche una bandiera nera, sulle 11 complessive, alla Giunta regionale guidata dall’allora presidente Erik Lavévaz. La motivazione sta nello “svuotamento di significato della procedura di VIA (la valutazione di impatto ambientale, ndr.) del progetto funiviario Pila Couis“.

Nel report si legge: “Data la fragilità dell’area superiore, interessata da notevoli fenomeni di dissesto idrogeologico, sarebbe lecito aspettarsi una valutazione di impatto ambientale attenta a delineare almeno misure di mitigazione puntuali. Legambiente esprime la propria contrarietà, proponendo nel contempo una soluzione alternativa, ossia la realizzazione di una seggiovia e il mantenimento dell’assetto attuale delle piste da sci”.

L’associazione aggiunge: “A marzo di quest’anno l’Accordo di Programma è stato approvato, riducendo la procedura di VIA a mero passaggio amministrativo e riservando gli aspetti più delicati a tavoli tecnici che non prevedono alcun accesso per i cittadini. Si vuole così evitare che il dibattito pubblico suscitato da scelte, che condizioneranno il futuro della Valle d’Aosta per i prossimi decenni, disturbi i decisori. E si svuota di significato e di utilità la procedura di  VIA, in contrasto con gli intenti della normativa europea di settore, in un modo che sembra un ulteriore passo della  pubblica amministrazione nella direzione della limitazione della partecipazione pubblica alle scelte che riguardano il territorio”.

“La montagna sta dimostrando di essere un territorio resiliente e di offrire nuove opportunità rispondendo così a crisi climatica e spopolamento – ha detto Giorgio Zampetti, direttore generale dell’associazione ambientalista -. Il mondo delle bandiere verdi è, infatti, la prova evidente di questa resilienza e forza delle comunità locali che puntano sempre di più su innovazione, sostenibilità ambientale, valorizzazione del territorio e adattamento innovativo. Ma la montagna non deve essere lasciata sola, oltre al grande lavoro che stanno facendo i territori, è importante mettere a sistema anche interventi nazionali e risorse, a partire da quelle del Pnrr, che vadano a sostegno e supporto delle realtà montane ampliando e rafforzando anche i servizi di base e più politiche di mitigazione e di adattamento che mettano davvero al centro questi territori”.  

Vanda Bonardo, responsabile nazionale di Legeambiente Alpi, ha invece detto che “la crisi climatica esaspera la convivenza uomo-natura, con conflitti che rischiano di diventare insostenibili per la nostra specie. È nelle pratiche di adattamento creativo e innovativo che la gente di montagna potrà e dovrà cimentarsi dando il meglio di sé per salvaguardare sé stessa ma anche i territori che stanno a valle, tenendo fede anche agli impegni della carta di Budoia. Anche per questo è importante riconoscere l’impegno di coloro che attraverso i vari campi di attività provano a dare forma a nuovi significati e valori per le terre alte, a partire dalle bandiere Verdi esempi concreti da contrapporre alle bandiere nere, ossia a quelle pratiche che non fanno bene all’ambiente e che guardano al passato e non al futuro della montagna”.

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