Dopo un giorno di discussione il Consiglio Valle vara il Piano energetico ambientale regionale

Via libera al Piano energetico ambientale regionale questa mattina, giovedì 7 marzo, con i voti a favore della maggioranza.
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Ambiente

Dopo un’intera giornata dedicata all’esame del Piano energetico ambientale regionale al 2030, il Consiglio Valle è arrivato questa mattina a varare il documento, con 19 voti a favore, astenuta tutta la minoranza.

Il Piano, presentato dalla Giunta il 25 ottobre 2023 ed esaminato dalle Commissioni terza e quarta, è lo strumento di pianificazione regionale in materia di energia, definendo gli obiettivi di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili nel rispetto delle strategie di livello superiore (europeo e italiano) e in coerenza con le pianificazioni regionali negli altri settori. Sul testo sono stati approvati due ordini del giorno di Rassemblement Valdôtain e altrettanti della Lega Vda.

“Il sistema energetico valdostano è caratterizzato da alcune peculiarità che lo rendono unico sul panorama nazionale. Nel 2019 la produzione locale complessiva è pari a circa 3.514 GWh, costituita per il 100% da fonti energetiche rinnovabili (Fer), di cui il 90,7% derivanti da fonti energetiche rinnovabili elettriche e il restante 9,3% da fonti energetiche rinnovabili termiche quali la biomassa, il solare termico, la quota rinnovabile delle pompe di calore e il biogas.  – ha evidenziato in aula l’Assessore allo sviluppo economico Luigi Bertschy – “Una quota importante di energia elettrica viene esportata (circa il 63%) in quanto mediamente solo il 37% dell’energia elettrica prodotta viene consumata sul territorio regionale. Nonostante l’elevata produzione locale di energia da fonti energetiche rinnovabili, il territorio regionale ha comunque la necessità di ricorrere all’importazione, in particolare di gas naturale e prodotti petroliferi, per poter soddisfare i propri fabbisogni energetici (circa 3.807 GWh al 2019)”.

Il Pear, in coerenza con gli indirizzi strategici posti dalla road map per una Valle d’Aosta fossil fuel free al 2040 e di quelli a livello internazionale ed europeo, definisce tre obiettivi quantitativi per il 2030: riduzione dei consumi finali netti del 12%; aumento della produzione locale da Fer del 12%; riduzione del 34% delle emissioni di gas climalteranti.

Tra le prime azioni da concretizzare per il 2024, l’Assessore ha citato le Comunità energetiche rinnovabili e quelle relative all’efficientamento energetico e sviluppo delle Fer.

Voto di astensione per Pcp,  con la consigliera Chiara Minelli che nel respingere le accuse mosse al suo gruppo di “opposizione pregiudiziale”, si è lamentata del mancato accoglimento delle proposte formulate. “Così come verrà approvato questo piano è un’occasione persa, manca la direzione politica. Si è dimenticato il concetto di autonomia energetica. E’ sconfortante che una regione con abbondanza di acqua, con tante centraline idroelettriche, che potrebbe ricoprire di pannelli fotovoltaici i tetti, non voglia diventare una regione Fossil fuel free”. Con la collega Erika Guichardaz hanno poi giudicato negativamente l’assenza di un ruolo assegnato a Cva.

Astensione anche per Rassemblement Valdotain, con Stefano Aggravi che evidenzia la mancanza di una “valutazione sui costi delle azioni da realizzare: vi è la necessità di concentrarsi sulla convenienza delle scelte da fare e, mi auguro, non si pensi a misure di coercizione per raggiungere gli obiettivi. La qualità dell’aria prevede anche la mitigazione degli impatti di cantiere dovuti ai mezzi d’opera, ma quali sono i costi per cambiare questo parco auto? Sulle risorse energetiche manca un confronto più puntuale con chi guida i grandi investimenti che spesso lamenta, giustamente, la rigidità burocratica, freno alla realizzazione degli impianti.”

Nella lunga discussione Pierluigi Marquis di Forza Italia Vda ha evidenziato la necessità di “individuare delle priorità mettendo a disposizione delle risorse per gli investimenti: il settore energetico abbraccia tanti ambiti e può costituire l’occasione di mettere in moto la macchina dello sviluppo. Il Piano, al di là dell’indicazione degli obiettivi, è molto descrittivo e i risultati saranno proporzionali agli investimenti e al monitoraggio. Vigileremo sulla coerenza degli obiettivi con le azioni messe in campo.»

Per il Consigliere della Lega VdA Luca Distort “serve un Piano dinamico capace di modificarsi velocemente per accompagnare in tempo reale le attività di vita sociale. La nostra priorità è la vita economica della comunità valdostana e valuteremo se questo strumento faciliterà le attività imprenditoriali. Siamo per l’economia reale che deve permettere alle persone di vivere e di crescere: l’economia di sopravvivenza e la decrescita felice sono concetti che non ci appartengono. L’ambiente va difeso ma senza perdere di vista la sfida di un’economia produttiva che sappia crescere in sintonia con il contesto.”

“Oggi è la prima pietra di un edificio che dovrà essere costruito passo per passo – ha chiuso la discussione il Presidente della Regione Renzo Testolin –  andando a finanziare le azioni previste, a sostenere un cambiamento culturale. Ognuno nei suoi ambiti deve contribuire ad arricchire le conoscenze e le necessità del nostro territorio in merito al piano energetico, che si inserisce in un piano di governo che ha nelle sue corde di realizzare e chiudere da qui alla fine della legislatura tutti i piani programmatori,  come quello delle acque e prossimamente quello dei trasporti”.

È stato presentato il nuovo Piano energetico ambientale regionale

23 maggio 2023 di Luca Ventrice

È stato presentato ieri – 22 maggio, ad Aosta, primo di quattro appuntamenti sul territorio – il nuovo Piano energetico ambientale regionale della Valle d’Aosta, documento di pianificazione energetica che, a partire dall’analisi dei flussi energetici esistenti, definisce gli obiettivi di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili.

Uno strumento “aperto”, che ora verrà sottoposto alla cittadinanza per raccogliere pareri, suggestioni, suggerimenti. “Siamo in una fase in cui è importante avere tempo per analizzare gli aspetti tecnici in discussione per la comunità e per la politica – ha detto Luigi Bertschy, assessore alla Mobilità sostenibile –. Siamo in prima fase del Piano, dove c’è la possibilità per tutti cittadini e le rappresentanze di fare tutte le osservazioni. Una fase informativa che serve per dare gli strumenti per un piano, corposo, e permettere una sua valutazione approfondita e creare le condizioni per il confronto in Consiglio Valle arricchito dagli spunti e dalle proposte ricevute e condividere una visione che ci accompagnerà, con leggi e azioni puntuali, per creare una vera applicazione della strategia”.

I “decisi passi avanti” che spettano alla politica

L'assessore Luigi Bertschy
L’assessore Luigi Bertschy

Il punto è semplice: “Dobbiamo puntare a migliorare decisamente la nostra condizione energetica nelle sue due componenti: produrre maggiormente dalle energie rinnovabili e ridurre i consumi in maniera importante – ha aggiunto Bertschy –. Sul piano politico dobbiamo fare dei decisi passi in avanti nei diversi settori, nel trasporto privato e su quanto si incide sulla produzione della CO2. Altrimenti resta documento troppo tecnico/scientifico ed entra troppo poco nelle case dei cittadini”.

Gli obiettivi del Piano

“La Valle si è posta l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica nel 2040, dieci anni prima rispetto a quanto deciso dall’Europa – ha spiegato invece Genny Brunet, ingegnera del Coa energia di Finaosta –. L’obiettivo è il calo del 75 per cento delle emissioni. Un altro aspetto importante del Piano è la sua trasversalità: parla a tutto tondo di energia, anche del suo consumo in tutti i settori, compresi i trasporti”.

Non solo: “Il tema dell’elettrificazione dei consumi è ormai assodato – ha proseguito –. Il nostro territorio, caratterizzato da un’importante esportazione di energia, permette una maggiore autosufficienza energetica ma anche il raggiungimento diretto della decarbonizzazione perché abbiamo più energia di quanto serve”.

Puntando sull’innovazione: “È un tema trasversale su tutti gli Assi del Piano. Sarà un tema fondamentale. Abbiamo creato un piano di linee guida per lo sviluppo dell’idrogeno, non in contrasto con l’elettrificazione ma a complemento, che intervenga dove l’elettrico non può avere grande effetto”.

I quattro Assi del Piano

Chiara Bertolin
Chiara Bertolin

La struttura del Piano si sviluppa in quattro Assi: la riduzione dei consumi, l’aumento delle rinnovabili, le reti e le infrastrutture e l’aspetto umano, ovvero i comportamenti delle persone.

Sulla riduzione dei consumi l’obiettivo c’è: “Le Direttive europee per evitare gli sprechi di risorse energetiche ed economiche pongono l’obiettivo di riduzione del 12 per cento – aggiunge Brunet – , indipendentemente dalle rinnovabili o meno, per poi aumentare la produzione di fonti locali. Con una sinergia tra i primi due: la riduzione dei gas climalteranti, come obiettivo intermedio rispetto a quello della Regione, facendo calare al 34 per cento le emissioni al 2030”.

Spiega invece l’architetta del Coa Chiara Bertolin: “Abbiamo analizzato le azioni possibili nei diversi settori. Nel civile è prioritario intervenire sul parco edilizio, soprattutto per gli edifici di classe più energivora. Si ipotizzata la sostituzione dei mezzi d’opera, l’illuminazione pub ed il ruolo guida della pubblica amministrazione, chiamata a dare l’esempio. Il Superbonus ha dato certo un grande impulso, siamo a conoscenza di oltre 900 asseverazioni, 350 condomini, 550 case monofamiglia, e circa 510 di edilizia residenziale pubblica”.

Per industria e agricoltura, i settori potrebbero vedere una “fusioni i fonti” oltre l’elettrico: “Sono i settori più difficili ma prevediamo diversi interventi impiantistici. Qui l’idrogeno può intervenire. E serve poi agire sul recupero dei cascami termici industriali come avviene per il teleriscaldamento, un esempio di sinergia tra industria e territorio, cui si unisce la decarbonizzazione”.

Il bilancio energetico della Valle

“La regione è caratterizzata da un’elevata produzione di energia rinnovabile, pari 91 per cento, mentre il 9 restante è energia termica – ha aggiunto invece l’ingegnera Rosalia Guglielminotti –. Di tutta l’energia elettrica, solo il 37 per cento viene consumata, il restante 63 è esportato fuori dal territorio. Di fatto, però, non siamo così virtuosi perché importiamo un quantitativo importante di fossile: su 3.800 GWh il 53 per cento deriva da prodotti petroliferi, 26 da gas naturale, 7 da biomassa, 12 da energia elettrica. Perché la importiamo? In alcune zone e in determinate parti dell’anno c’è una richiesta maggiore rispetto ai consumi”.

Il “nodo” delle comunità energetiche

In attesa che arrivino in Assessorato le osservazioni della cittadinanza, l’appuntamento ha già creato dibattito. Al centro ci sono le – tante – domande e perplessità sulle cosiddette “comunità energetiche”.

“C’è un unico doc ufficiale, ed è già stato superato – interviene Tamara Cappellari, coordinatrice del Dipartimento sviluppo economico ed energia regionale –. Mancano alcune regole, soprattutto per fare le valutazioni alla base: chi è interessato? Quali le superfici disponibili per l’installazione delle fonti rinnovabili? Quali i carichi e quando si utilizza l’energia prodotta? Servono una serie di informazioni e dati necessari per iniziare un percorso: dove si può andare, come, con quale forma giuridica, se si possa aggiungere o meno un contributo regionale”.

Tamara Cappellari, coordinatrice del Dipartimento sviluppo economico ed energia
Tamara Cappellari, coordinatrice del Dipartimento sviluppo economico ed energia

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