Entro la fine dell’anno ad Aosta aprirà il centro del riuso

Sorgerà nell'isola ecologica di via Caduti del Lavoro e per la sua gestione si pensa alla coprogettazione. Intanto in Valle migliorano i dati sulla raccolta differenziata ma la produzione di rifiuti per abitante, complici i flussi turistici, è ancora troppo alta.
isola ecologica via caduti del lavoro Aosta
Ambiente

Uno spazio in cui dare una nuova vita agli oggetti rotti, coinvolgendo il mondo dell’associazionismo. Sarà inaugurato entro la fine dell’anno il primo centro valdostano del riuso. Sorgerà ad Aosta, nell’isola ecologica di via Caduti del Lavoro, e sarà realizzato grazie a un finanziamento di oltre un milione di euro, di cui  400.000 euro provenienti dal Pnrr e 600.000 euro di fondi comunali. A darne notizia è l’assessore comunale all’Ambiente, Loris Sartore, durante la terza edizione dell’Ecoforum per l’economia circolare della Legambiente, che si è tenuta questa mattina, mercoledì 19 marzo, nella sede del Csv ad Aosta.

“La formula migliore per la gestione del centro, individuata da un tavolo di lavoro creato appositamente, è quella della coprogettazione – spiega Sartore -. È su questa strada che lavoreremo per mettere insieme il gestore del servizio dei rifiuti, la società Quendoz, e il mondo della cooperazione che proporrà progetti di inserimento lavorativo per le persone svantaggiate aggiungendo al progetto anche un valore sociale”.

Il personale che lavorerà nel centro del riuso “intercetterà all’ingresso dell’isola ecologica oggetti e materiali che non sono realmente da buttare e che potrebbero interessare a qualcun altro”, dice Sarah Burgay, componente del direttivo della Legambiente e consigliera comunale. Le associazioni come la Legambiente e Valle Virtuosa organizzeranno corsi, conferenze e eventi per “rendere vivo questo spazio  e avvicinare più persone possibili. C’è molto entusiasmo – aggiunge Burgay – e credo che le prospettive di riuscita di questo progetto siano ottime. L’obiettivo è di tenerlo aperto tutti i giorni lavorativi e anche di più”.

Rubina Pinto l'assessore regionale Davide Sapinet e l'assessore del Comune di Aosta Loris Sartore
Rubina Pinto l’assessore regionale Davide Sapinet e l’assessore del Comune di Aosta Loris Sartore

Aumenta la raccolta differenziata ma ancora troppi rifiuti

La tappa valdostana dell’Ecoforum della Legambiente è stata anche l’occasione per fare il punto sui numeri della raccolta differenziata nella regione più piccola d’Italia. Nel 2024, l’indice regionale della raccolta differenziata ha raggiunto il 69,42%, con un miglioramento  del 3% sull’anno precedente, ma il “tasto dolente” rimane l’elevata produzione di rifiuti.  A spiegarlo è Sergio Capelli, direttore della Legambiente del Piemonte e della Valle d’Aosta. “Siamo coscienti che i corposi flussi turistici di cui beneficia la Valle abbiano un impatto significativo – dice -. Nel 2023, anno con il maggior numero di arrivi e di presenze, sono stati prodotti circa 620 chili di rifiuti per abitante. La media nazionale è di 498 chili per persona all’anno, quella del nord Italia di 515 chili. C’è ancora una disparità molto evidente. È dunque necessario sviluppare nuove politiche per la riduzione dei rifiuti e iniziare a calcolare la produzione sulla base degli abitanti equivalenti (tenendo quindi conto delle presenze turistiche ndr) e non solo sugli abitanti residenti”.

Ma non basta differenziare i rifiuti per essere virtuosi. A contare è sempre di più la qualità della raccolta differenziata. Ad Aosta, dove un anno fa è stato introdotto il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti che porterà alla tariffazione puntuale, la raccolta differenziata ha raggiunto il 78%, con una punta dell’83% nel mese di ottobre. “È un buon risultato a cui non sempre corrisponde un qualità della frazione conferite – spiega l’assessore Sartore, che sta portando avanti una serie di incontri sul tema nei quartieri della città -. Ci sono situazioni di abbandono dei rifiuti e di conferimenti sbagliati. Dalle indagini merceologiche emerge che l’organico è ancora troppo presente nell’indifferenziato e questo comporta dei problemi al centro di trattamento di Brissogne. L’idea c’è ma manca ancora la buona pratica. È necessario un piano di sensibilizzazione efficace e capillare. Dobbiamo arrivare al maggior numero di persone possibili, compresi i turisti”.

Per l’assessore regionale all’Ambiente, Davide Sapinet, “l’impatto turistico, soprattuto nella Valdigne, genera problemi non solo per quanto riguarda i rifiuti ma anche sulla risorsa idrica”. E aggiunge: “Dobbiamo ridurre sempre di più conferimenti in discarica. Questo è un momento di grandi cambiamenti che il territorio sta gestendo al meglio lavorando nella giusta direzione”.  A proposito della discarica di Brissogne, che si esaurirà nel 2031, Paolo Meneghini di Valle Virtuosa chiede di “attuare un monitoraggio efficace” utilizzando “dei droni per documentare fotograficamente l’espansione della discarica. Si tratta di un metodo economico, rapido e di facile interpretazione per cittadini e amministratori, più efficace  rispetto alle misurazioni topografiche tradizionali”.

Sindaci e assessori delle Unité e dei Comuni ricicloni
Sindaci e assessori delle Unité e dei Comuni ricicloni con i rappresentanti della Legambiente

I Comuni e le Unité “ricicloni”

Un altro caso emblematico è rappresentato dall’Unité des Communes Grand Combin, dove la raccolta differenziata ha raggiunto l’85,9%, il dato più alto della regione, ma proprio per la sua scarsa qualità, non è stata essere stata premiata dalla Legambiente come “riciclona”. Il riconoscimento, destinato ai SubAto che hanno superato il 65% di raccolta differenziata nel 2023, è andato alla Mont Cervin – Evançon (74,97%), alla Mont Rose – Walser (72,60%), al Comune di Aosta (71,53%) e all’Unité des Communes Mont-Emilius (68,89%).

Non si registrano, invece, comuni rifiuti free che, oltre a rispettare l’obbligo di differenziata del 65%, hanno una produzione di rifiuto indifferenziato inferiore ai 75 chili per abitante. L’obiettivo sembra ancora lontano.  Nella Mont Emilius, la quantità di rifiuto indifferenziato raggiunge i 221,53 chili per abitante all’anno. Seguono i SubAto Mont Cervin -Evançon (158,05 chili), Mont Rose -Walser (142,79 chili), il Comune di Aosta (140,05 chili) e la Grand Combin (74,83 chili).

E la Valdigne e la Grand-Paradis?

La “rivoluzione copernicana” – con l’avvio dal 3 febbraio del nuovo sistema di raccolta dei rifiuti che prevede il porta a porta o i contenitori stradali informatizzati – nei 18 comuni delle Unité Valdigne e Grand-Paradis non è stato indolore. I cittadini si sono fatti portavoce di diverse petizioni per ripristinare il sistema di raccolta precedente. “Sembra che che gli amministratori si siano svegliati una mattina decidendo di introdurre il porta a porta dall’oggi al domani – spiega il sindaco di Morgex, Federico Barzagli, tra i destinatari della petizione -. Questo sistema trae origine già una decina di anni fa con l’emanazione di linee guida regionali che imponevano un cambio. Non potevamo più permetterci percentuali di raccolta differenziata che in Valdigne si aggiravano tra il 52% e il 54%. Continuando con il vecchio sistema di raccolta avremmo contribuito ad esaurire il già poco spazio disponibile in discarica. Il cambio è stato necessario”.

Per Barzagli, la sfida che riguarda gli amministratori sta nel “far comprendere alla cittadinanza la necessità e l’importanza del porta a porta che alla fine non è così malvagio come viene descritto. Siamo partiti da un mese e mezzo e mi pare che qualcuno inizi ad apprezzare la praticità di lasciare il proprio mastello sotto casa. La preoccupazione ora è preservare il decoro del centro storico. Stiamo cercando delle soluzioni adeguate e, ad esempio, stiamo utilizzando delle nicchie che venivano già utilizzate per i vecchi punti di raccolta dei rifiuti dove stiamo allocando i cassonetti delle attività commerciali”.  A ripagare le difficoltà sono i primi dati sulla raccolta differenziata in netto miglioramento. “Ciò ci incoraggia molto”, conclude il primo cittadino.

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