Un’estate 2022 eccezionale sia per durata sia per intensità, la più calda di sempre se riferita al periodo oscillante tra il 1991 e il 2020. È questo il bilancio autunnale della passata stagione tratto a posteriori dal Centro funzionale della Valle d’Aosta, che, grazie ai precisi dati meteorologici rilevati dalle proprie stazioni, ha dipinto una realtà tanto sorprendente quanto drammatica.
La situazione europea
È riferibile a soli pochi giorni fa il clamoroso report dello European Drought Observatory che sottolinea come, secondo i resoconti delle mappe satellitari del centro ricerche della Commissione europea, circa il 22% del territorio continentale sia in condizione di pericolo (warning) mentre il 27% risulti invece in condizione di allerta (alert).
“Nel dettaglio, l’estate 2022 è stata di 0.4°C superiore all’ultima estate record del 2021 e ha registrato un’anomalia termica di 1.34°C rispetto al periodo tra il 1991 e il 2020 – si legge nel documento rilasciato dal Centro funzionale -. Il mese di agosto appena trascorso è stato, sempre secondo la media europea, il più caldo mai registrato”.
Uno sguardo alla Valle d’Aosta
Traslando a un’analisi maggiormente dettagliata della situazione italiana in generale e valdostana in particolare, traspare dagli studi che proprio il versante nord occidentale della penisola – così come penisola iberica, centro Europa, Inghilterra meridionale e paesi slavi – possa essere annoverato all’interno delle cosiddette “zone aride”.
Prendendo quale comune di riferimento Saint-Christophe e andandone a leggere le temperature medie a decorrere dal 1974, il trimestre estivo del 2022 è risultato secondo di poco solamente a quello del 2003 con un punteggio di 24.1°C a 24.3°C; allargati i rilievi al periodo temporale comprendente anche il mese di maggio, i tre mesi appena trascorsi risultano poi addirittura più torridi rispetto a quelli del 2003 con un divario di 23°C contro 22.6°C.
“Sono in totale 85 le giornate estive con temperatura massima sopra i 25°C nonché 409 le ore con temperatura media superiore a 30 °C, ambedue numeri molto interessanti che caratterizzano bene questa anomala stagione – continua il report -. Record anche per la temperatura media oraria notturna attestatasi per la prima volta a 29.2 °C alle 23 di venerdì 15 luglio scorso”.
Le precipitazioni
Accomunata alle regioni vicine e non del resto dell’Italia quanto a preoccupazioni e incertezze destate dalle inusuali stagioni passata e presente, la Valle d’Aosta non ha beneficiato nemmeno dei circa 20 millimetri di pioggia caduti sinora a ottobre, palesemente insufficienti a sanare le mancanze idriche di una sempre più asciutta Dora Baltea.
“Dal punto di vista delle precipitazioni, la situazione è resa varia dai contributi temporaleschi occorsi in agosto, ma la pioggia estiva si manifesta di poco superiore a quella delle siccitose estati del 2003, del 2009 e del 2016 – continua la nota del Centro funzionale locale -. Attualmente l’anno in corso, seppur non ancora conclusosi, risulta essere tra i meno piovosi dal 2000 e, qualora nei prossimi mesi le precipitazioni restassero in linea con la media storica, il dato non sarebbe soggetto ad alcuna sensibile variazione”.
Neve e ghiacciai
Timori crescenti connotano, data la concomitanza tra scarse precipitazioni e temperature eccessive, anche il cosiddetto Snow Water Equivalent (equivalente in acqua sotto forma di neve) accumulatosi nel corso dell’inverno e della primavera passati.
“Tale livello è apparso costantemente al di sotto della media climatologica, arrivando a classificare il 2022 come l’anno nettamente più critico dal 2002, quest’ultimo periodo a decorrere dal quale tale tipologia di grandezza viene monitorata in modo omogeneo e sistematico – conclude il report -. Le alte temperature registrate durante la primavera hanno inoltre favorito una fusione anticipata del manto nevoso determinando quindi una drastica riduzione della disponibilità di risorsa idrica con oltre un mese e mezzo di anticipo rispetto a quanto si registra normalmente”.