Lo stock della neve in Valle è nella media. Si prevede un’estate rovente, ma nessun allarme per le riserve d’acqua

Durante la stagione invernale 2024-25, il volume del manto nevoso (indice SWE) è rimasto nella media. Secondo l'Arpa VdA il dato non sottolinea particolari emergenze, ma l'estate sarà rovente: prevista un aumento medio delle temperature tra 1° e 2° gradi.
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Ambiente

La quantità di acqua in cima alle nostre montagne sotto forma di neve, ad oggi è inferiore del 31% rispetto al valore medio degli ultimi vent’anni. Ma cosa significa? Il dato proviene dai grafici pubblicati da ARPA Valle d’Aosta e dal Centro Funzionale regionale riguardo all’indice SWE (Snow Water Equivalent) che permette di stimare la quantità di acqua contenuta nella neve, dato che rappresenta quanta acqua avremo a disposizione durante l’estate ma, soprattutto, anche quanta di questa acqua proviene da risorse rinnovabili di anno in anno.

Ogni settimana, da novembre a maggio, viene stimata in Valle d’Aosta la quantità di acqua contenuta nella neve. L’SWE prende in considerazione la superficie del territorio coperta da neve (SCA, ovvero Snow Covered Area), l’altezza del manto nevoso e la sua densità. Un parametro fondamentale per valutare le riserve idriche disponibili all’inizio dell’estate per la nostra regione. Combinando questo dato locale con quelli metereologici internazionali sulle temperature e la quantità di precipitazioni, possiamo fare una stima di come sarà l’estate 2025: quasi sicuramente un’altra delle estati più calde mai registrate, ma le precipitazioni e le riserve nivologiche non fanno pensare ad una emergenza idrica.

swe climatology 2025
SWE climatology 2025
swe climatology 2023
SWE climatology 2023

L’indice SWE

Durante la stagione invernale 2024/25, il volume del manto nevoso è rimasto sempre all’interno della variazione prevista, con lievi picchi a dicembre e a febbraio oltre il valore medio degli ultimi vent’anni. Ad aprile, nel periodo dell’alluvione, il volume di precipitazioni ha subito un altro picco importante quanto repentino. Queste precipitazioni, però, non hanno contribuito all’accumulo di riserve nivologiche come dimostra il successivo picco negativo molto profondo, che rappresenta il fondersi della neve. Alla fine della primavera l’indice SWE segue il trend rimanendo all’interno della variazione.

Durante l’inverno 2023/24, l’indice SWE ha superato il valore medio a fine febbraio ed è rimasto ampiamente al di sopra dalla variazione fino alla fine dell’estate. Questo significa che lo scorso anno le riserve idriche nivologiche hanno ecceduto di molto le aspettative dei modelli climatici assicurandoci riserve idriche per tutta l’estate.

Il confronto con lo stesso grafico del 2023 sottolinea quanto il 2022 e il 2023 siano state annate pericolosamente fuori dalla variazione prevista in negativo. Nel 2022 le quasi inesistenti scorte nivologiche hanno causato una estate secchissima e acuito l’emergenza idrica che ha coinvolto gran parte della pianura Padana e del Paese. Nel 2023 si è riproposto lo stesso problema con un indice SWE pericolosamente fuori dalla variazione prevista per tutto l’inverno. La tendenza si è poi invertita a fine marzo riportando il valore all’interno della variazione prevista.

L’estate 2025

Nel complesso l’estate 2025 inizia con riserve nivologiche nella media quindi senza particolari campanelli d’allarme per quanto riguarda la riserva d’acqua. In generale, possiamo immaginare come sarà quest’estate leggendo il valore SWE nostrano insieme ai dati metereologici mondiali relativi alla quantità di precipitazioni e alle temperature.

Secondo Paolo Pogliotti, geologo dell’Arpa Valle d’Aosta, “la linea del 2024 descrive un anno anomalo in senso eccezionalmente positivo. L’inverno 2024-25 da un punto di vista statistico si è mantenuto, invece, nella media: i dati rientrano all’interno dell’area grigia della variabilità normale. In sostanza, non si è trattato di una stagione straordinaria né in eccesso né in difetto”.

“Guardando le proiezioni sovranazionali europee”, continua Pogliotti, “i modelli indicano che nel trimestre luglio-settembre c’è una probabilità del 50% che le precipitazioni siano leggermente inferiori alla media stagionale. Si parla di un’anomalia cumulata tra i 5 e i 50 mm in meno rispetto alla media dei tre mesi. Un’anomalia, quindi, marginale”.

Le mappe previsionali (grafici di cui sopra) sono una sintesi dei dati elaborati da tutti i centri meteorologici europei, incrociati per ottenere una rappresentazione il più possibile precisa. Nei grafici è anche riportata l’attendibilità delle previsioni, cioè la percentuale di probabilità che queste anomalie si verifichino effettivamente.

Infine, per quanto riguarda le temperature, i modelli prevedono un’anomalia alta compresa tra 1 e 2 gradi sopra la media stagionale. In parole semplici, sarà un’estate calda, con una probabilità tra il 70% e il 100% che queste temperature si verifichino realmente.

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