Aumenta la presenza dei lupi nelle regioni alpine. A confermare le impressioni dei tanti allevatori che si sono ritrovati gli animali sbranati, è l’ultimo monitoraggio condotto dall’Ispra, nell’ambito del progetto Life WolfAlps EU, che stima nelle sole regioni alpine 950 esemplari, 3.300 in tutta la penisola.
Numeri in grande espansione che producono un forte impatto negativo sulle attività zootecniche e sugli allevamenti di capre e pecore anche in Valle d’Aosta dove, nelle prossime settimane, prenderà il via la stagione in alta quota.
“Quello estivo è un momento particolarmente delicato, le mandrie salgono in alpeggio e gli allevatori devono poter lavorare in tranquillità anche perché rappresentano un prezioso presidio del territorio di montagna sempre più a rischio di abbandono” sottolinea Elio Gasco, Direttore Coldiretti della Valle d’Aosta.
“In Valle d’Aosta abbiamo la fortuna di avere una legge regionale, approvata esattamente un anno fa da tutte le forze politiche in un accordo bipartisan, che affronta la problematica di convivenza uomo-lupo su cui la nostra associazione si spende da tempo. E’ importante che non rimanga solo su carta, ma che sia un provvedimento applicato in tutti i suoi passaggi a difesa delle nostre aziende, dei nostri alpeggi e dei nostri allevatori” dichiara Alessio Nicoletta, Presidente di Coldiretti Valle d’Aosta.
La Legge regionale 11 del 18 maggio 2021 pone in capo al Presidente della Regione, di concerto con l’Assessore all’agricoltura e risorse naturali e previo parere favorevole dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, le autorizzazioni al prelievo, la cattura e l’eventuale abbattimento di esemplari monitorati della specie Canis lupus, a condizione che non esistano altre soluzioni valide e che non pregiudichino il mantenimento della popolazione della specie nella sua area di ripartizione naturale.
2 risposte
Strano però, mi giungono voci di zampe di cervi o simili, appese ai rami di alberi, appena sopra Aosta…
I lupi in Valle sono ben più numerosi delle “stime” di comodo che ci vengono propinate. Basti vedere, numeri alla mano, di quanto sono calate le popolazioni di cervi e caprioli. Chiedete ai cacciatori, che toccano con mano la rarefazione degli ungulati.