Il Parco Naturale Mont Avic studia la coesistenza uomo-lupo con il progetto “Co-Wolf”

Uno studio sul campo che coinvolge anche allevatori e volontari per conoscere meglio il lupo e promuovere una convivenza più consapevole, attraverso fototrappole, transetti, studio della dieta dell'animale e analisi genetiche.
Immagine di archivio - Lupi foto di Giovanni Carnemolla
Ambiente

La convivenza tra l’uomo e il lupo in Valle d’Aosta continua a generare dibattiti di ogni tipo, dividendo l’opinione pubblica tra chi vuole proteggere l’animale e chi invece auspica forme di gestione. Con l’obiettivo di incrementare le conoscenze sulla presenza, le abitudini e il comportamento alimentare del lupo, per favorire una coesistenza più consapevole, il Parco Naturale Mont Avic-PNMA ha avviato, nel settembre 2024, il progetto “Co-Wolf”.

“Il lupo è tornato in Valle d’Aosta in maniera spontanea nel 2005, mentre i primi avvistamenti nel Parco del Mont Avic risalgono al 2011”, spiega Daniele Stellin, direttore del Parco. “La formazione di un branco nel PNMA è invece del 2016: questo è un segnale di stabilità, perché in caso contrario il numero di lupi presenti varierebbe molto ogni anno. Con la presenza del branco, invece, si contano tra i 3 e gli 8 esemplari, a seconda della stagione, della nascita dei cuccioli e della loro eventuale dispersione”.

La ricerca adotta un approccio partecipativo: oltre ai ricercatori e ai tecnici, saranno coinvolti anche allevatori locali, guardaparco, volontari del progetto Pasturs, la comunità del PNMA, gli amministratori locali e le associazioni del territorio. L’obiettivo è di superare la tradizionale distanza tra ricerca scientifica e popolazione, promuovendo un dialogo condiviso.

Formazione allevatori
Formazione allevatori

Il progetto è finanziato dal Cnr tramite il National Biodiversity Future Center grazie ai fondi PNRR. L’intento è trasformare il potenziale conflitto uomo-lupo in un’opportunità di conoscenza, attraverso strumenti di co-monitoraggio che coinvolgono tecnici, allevatori e volontari formati in tutte le fasi dello studio.

Nel concreto, il progetto “Co-Wolf” prevede l’aumento dei transetti sul territorio del Parco nei comuni di Champdepraz, Champorcher e Fénis per osservare le tracce del lupo, raccogliere i campioni e svolgere analisi genetiche. “Serviranno a dare un nome ai lupi che passano sul nostro territorio e a capire se ci sono anche passaggi di lupi provenienti da altri branchi”, sottolinea Stellin. Saranno inoltre installate delle fototrappole in prossimità di pascoli e alpeggi. “Le fototrappole permetteranno di indagare l’interazione tra il lupo e gli animali da allevamento. Saranno gli allevatori stessi a indicarci i luoghi dove posizionarle, a visionare con noi le immagini e i risultati e saranno loro consegnati anche dei visori notturni per osservare direttamente cosa accade” aggiunge Stellin. 

Transetti Impronte
Transetti Impronte

Una parte della ricerca sarà dedicata anche alla dieta del lupo, per comprendere meglio le sue abitudini alimentari e l’impatto sulla fauna selvatica e domestica. Inoltre, si studierà anche la presenza di specie emergenti, come lo sciacallo dorato e la lince. “L’ambizione – spiegano gli organizzatori – non è solo rendere tutto questo possibile nel Parco, ma anche essere laboratorio di esperienze da mettere a disposizione di chi voglia replicarle a scala più ampia, dal territorio regionale ad altri contesti delle Alpi”.

Lupo ArchivioPNMA

5 risposte

  1. Si vero.. Interessante e dai contenuti intelligenti è perfetto…
    Finalmente si dialoga invece di imbracciare subito i fucili..
    Bravissimi, complimenti.
    Un progetto “sano”

  2. Buonasera, articolo molto interessante e dai contenuti intelligenti.
    Non creare scontro fra le parti interessate ma attorno ad un tavolo fare delle valutazioni obiettive e concrete.
    Cosa ne pensa della presenza del lupo in riferimento ad un contesto turistico?
    Grazie e buona serata.

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