Neve: stock inferiore del 60% rispetto all’ultimo decennio

09 Febbraio 2023

Poche precipitazioni, temperature sopra la media e venti di foehn non paiono aiutare una Valle d’Aosta già di per sé piegata dall’emergenza idrica. L’Agenzia Arpa stima infatti che, a oggi, i valori dello stock nivale si attestino su valori inferiori del 60% rispetto alla media dell’ultimo decennio. Il dato, in linea con quelli dell’intero arco alpino, risulta comunque lievemente superiore a quello registrato nel 2022, anche se gli esperti tendono a rassicurare circa la possibilità di precipitazioni nevose tardive tra marzo e aprile.

La neve nel 2023

Le prime e significative nevicate hanno interessato della Valle d’Aosta attorno alla metà del dicembre scorso, salvo poi cedere il passo a venti di foehn che hanno tuttavia ridotto la quantità degli accumuli; una situazione simile ha riguardato anche il mese di gennaio, quando il caldo dei giorni passati ha parzialmente sciolto la neve apportata da precipitazioni pur di media intensità.

“Purtroppo i valori degli stock di questo inverno sono molto simili a quelli dell’anno passato, con una situazione di poco meno critica nell’alta Valle rispetto alla bassa Valle – spiega Edoardo Cremonese dell’Agenzia Arpa -. Mentre in questa stessa settimana nel 2022 contavamo 414 milioni di metri cubi di acqua su tutta la regione, nel 2023 il dato migliora raggiungendo i 532 milioni di metri cubi, una cifra comunque nettamente inferiore rispetto alla media degli ultimi 20 anni tra gli 800 e i 900 milioni di metri cubi”.

Il meteo dei prossimi giorni

La presenza di una vasta area di bassa pressione sull’Italia centrale rende le condizioni meteo della Valle d’Aosta generalmente stabili e fredde, apportando un singolo passaggio nuvoloso e qualche occasionale fiocco di neve privo di accumuli tra la nottata di ieri, mercoledì 8 febbraio, e la mattinata di oggi, giovedì 9 febbraio. Come spiegato dall’ufficio meteorologico del Centro funzionale della Valle d’Aosta, nonostante tale lieve spruzzata, già da venerdì 10 febbraio una zona di alta pressione atlantica potrebbe progressivamente apportare tempo asciutto con temperature in aumento specialmente nelle zone montuose.

Il meteo dei prossimi giorni

Le proiezioni a lungo termine

Pur nell’incertezza di previsioni meteorologiche che superino la settimana, l’arrivo delle tanto desiderate precipitazioni nevose pare improbabile anche sul medio e sul lungo periodo nonostante le temperature in linea con gli anni passati.

“La situazione potrebbe dirsi effettivamente critica soltanto in assenza di nevicate nei prossimi mesi, ma dobbiamo ricordare che negli ultimi 20 anni alcuni dei più importanti fenomeni sono giunti tardivamente tra marzo e aprile permettendoci di recuperare il deficit- precisa ancora Cremonese, ricordando quanto la stagione invernale sia ancora di fatto lunga dal punto di vista metereologico -. Inoltre è bene precisare che la riserva idrica dipenderà sì dalla condizione minima necessaria della neve, ma, se le precipitazioni saranno come l’anno scorso seguite da temperature eccessivamente calde, la fusione e il conseguente impatto su acquedotti e agricoltura saranno inevitabile”.

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