“Arvier vuole diventare un centro di sperimentazione e confronto. Un luogo in cui gli attori scientifici possano studiare i fenomeni ambientali, sociali ed economici che stanno mutando il nostro stile di vita. Un luogo di ricerca dove esperti, amministratori, imprese e decisori possano lavorare insieme alla comunità per il futuro delle Alpi”. Così Danielle Olmi, funzionaria dell’Unité des Communes du Grand Paradis, presenta la cultura del cambiamento che investirà il futuro del borgo valdostano nei prossimi anni. “Arvier vuole farlo con agilità, che è la capacità di adattarsi a contesti in continuo mutamento e di affrontare le sfide quotidiane.”
Un progetto sfidante e ambizioso
A due anni dalla sua approvazione, il progetto “Agile Arvier”, finanziato con 20 milioni di euro del Pnrr sostenuto dall’Unione Europea e con conclusione stabilita per il 30 giugno 2026, è stato presentato ieri sera nella Sala Polivalente del Comune di Arvier ed è pronto a essere messo in atto. Nel corso dell’evento sono state ripercorse le numerose difficoltà di attuazione che ne hanno compromesso la gestazione – a partire dal dirottamento dei fondi da Fontainemore ad Arvier – ma anche le numerose modifiche a cui il progetto è dovuto andare incontro – rinunciando per esempio alla riqualificazione delle abitazioni private del borgo di Leverogne che i cittadini si erano detti pronti a mettere a disposizione – per essere perfettamente rispondente alle esigenze del Ministero e perfettamente attuabile.
“Agile Arvier”, che per l’assessore ai Beni e alle attività culturali Jean-Pierre Guichardaz “ha insegnato a enti e soggetti diversi a lavorare in intesa e in un’ottica di collaborazione”, diventando secondo il presidente della Regione Renzo Testolin una “sfida comunale e regionale”, si presenta oggi come un progetto ambizioso, sfidante e dalle evidenti potenzialità. “È come se sul vostro comune fosse caduto un meteorite d’oro che bisogna sfruttare al meglio.” – ha detto invece l’assessore agli Affari europei, con delega al Pnrr, Luciano Caveri.
Arvier Agile: le trasformazioni infrastrutturali e culturali
“Agile Arvier si compone di due grandi idee, una materiale che riguarda il cambiamento di spazi e luoghi, una immateriale che riguarda il patrimonio immateriale culturale con lo sviluppo di studi e ricerche”, ha spiegato Alessandra Mondino, membro della task force di Arvier coordinata da Gianluca Tripodi.
Tra gli interventi infrastrutturali, il primo spazio interessato è il Castello La Mothe, che sarà trasformato nel Museo del Futuro Alpino, luogo emblematico per raccontare le trasformazioni del territorio. Il secondo intervento riguarda la Maison Luboz di Leverogne che diventerà luogo di incontro, condivisione e spazio di lavoro. Nella scuola materna di Arvier verranno invece creati cinque laboratori tematici usufruibili da chiunque. Un altro intervento è la rifunzionalizzazione della ex micro comunità, oggi Espace T, che diventerà una maison di coworking dedicata all’innovazione territoriale. Concludono i lavori il riallestimento del museo di arte sacra e interventi di riqualificazione che coinvolgeranno i borghi di Arvier e Leverogne per migliorare l’accessibilità, i collegamenti e l’arredo urbano.
I cinque laboratori: trasformare Arvier in un centro di sperimentazione e confronto
I cinque laboratori del progetto sono centri specializzati dedicati alla ricerca, alla sperimentazione e alla promozione di soluzioni innovative per affrontare sfide legate ai cambiamenti climatici, all’innovazione sociale, alla digitalizzazione e alla sostenibilità ambientale:
- Open Gov Lab, con il compito di coordinare gli altri laboratori, si fonda sulla cultura dei dati (big data, open data) e sarà un luogo di discussione e azione dove i cittadini potranno contribuire alla definizione e attuazione delle politiche pubbliche;
- Green Lab, che sta partendo in questi giorni, coinvolge ARPA Valle d’Aosta e Fondazione Montagna Sicura, con cui sono state sottoscritte convenzioni per attrarre ricercatori impegnati ad affrontare le sfide del cambiamento climatico e promuovere la transizione ecologica delle Alpi. Il Green Lab si configurerà altresì come spazio di formazione ed educazione ambientale per scuole e professionisti e proporrà attività di recupero della memoria;
- Digital Lab, che si concentrerà sulla promozione della cultura dell’innovazione e della digitalizzazione per lo sviluppo sostenibile delle aree di montagna;
- Social Innovation Lab, che identificherà e applicherà soluzioni per affrontare i problemi sociali concentrandosi sulla creazione di nuove relazioni e collaborazioni sociali nei borghi alpini;
- Education Lab, che coinvolgerà ricercatori per favorire la sperimentazione e per valorizzare le professioni e i mestieri della montagna.
La comunità: centro e motore del cambiamento
Perché nuove persone dovrebbero venire qui? “La risposta siete voi – ha detto Alessandra Mondino guardando i presenti in sala – perché siete una comunità capace di creare un clima di partecipazione, accoglienza, vicinato e vicinanza”.
“Il vostro ruolo sarà fondamentale – ha aggiunto il sindaco di Arvier Mauro Lucianaz rivolgendosi agli arvelains – partecipate attivamente con critiche costruttive, chiedete, informatevi. Questo è un percorso sfidante e difficile: ci aspettano tempi impegnativi, che porteranno Arvier a essere il centro del cambiamento, ma è la comunità a dover essere agile e a prepararsi ai cambiamenti del futuro.”
Una risposta
Salve, mi unisco con un piccolo pensiero e augurio a questo progetto corale della comunità di Arvier. Percorrendo le strade della borgata di Leverogne e di tutto il paese negli anni vissuti insieme nella vostra comunità, mi viene in mente quella immagine di gente (vari professionisti,grande e storiche impresse edilizie del posto, giovani imprenditori nel agricoltura, semplice donne attente a riempire i borghi, i balconi dei bei fiori ecc.) innamorata del lavoro ben fatto. Quel “lavorare bene” mi l’avete insegnato anche a me. Ora vi aspetta un grande e innovativa sfida. Auguri cara Arvier, d. Marian