Pubblicato il Programma di sviluppo turistico di Aosta, ora è a disposizione dei cittadini

A partire da oggi e fino alle 12 del 29 maggio, all’Ufficio Urbanistica del Comune è possibile prendere visione della documentazione. Gli elaborati sono anche consultabili sul sito web dell’Ente, a disposizione delle osservazioni degli aostani.
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Comuni

Il Programma di sviluppo turistico di Aosta, adottato nell’ultimo Consiglio comunale e discusso in due sedute di Commissione, è stato pubblicato per permettere ai cittadini di esaminarne i contenuti e – soprattutto – presentare eventuali osservazioni all’Amministrazione.

A partire da oggi, lunedì 15 aprile, e fino alle ore 12 di mercoledì 29 maggio, infatti, all’Ufficio Urbanistica del Comune di Aosta – in piazza Chanoux, 1 – è possibile prendere visione della documentazione inserita nella delibera approvata in aula lo scorso 27 marzo. Gli elaborati sono anche consultabili sul sito web dell’Ente nell’apposita sezione dedicata al Pst.

Sulla base dell’articolo 16 della legge regionale n. 11 del 6 aprile 1998 – si legge in una nota comunale –, “chiunque ha la facoltà di presentare osservazioni entro il termine suddetto e nel pubblico interesse”. Le osservazioni vanno presentate via Posta elettronica all’indirizzo protocollo@pec.comune.aosta.it oppure per iscritto su carta libera, in duplice copia, alla Segreteria dell’Ufficio Urbanistica che le acquisirà al protocollo speciale.

Dopo la presa in carico, o meno, delle osservazioni pervenute dalla cittadinanza il Programma di sviluppo turistico verrà adottato ufficialmente con un altro passaggio in Consiglio comunale.

Il Consiglio comunale ha adottato il Programma di sviluppo turistico di Aosta

27 marzo 2024

Fiera Sant'Orso 2022
Affluenza Fiera di Sant’Orso 2022

Il Consiglio comunale di Aosta – dopo doppio passaggio nelle Commissioni – ha deciso di adottare il Programma di sviluppo turistico della città, documento stilato dalla società TurismOk che ora sarà messo a disposizione, sul sito web dell’Ente, per le eventuali osservazioni da parte della cittadinanza. Dopo questo passaggio – con la decisione su quali osservazioni eventualmente accogliere e quali no – tornerà in aula in un secondo momento per la sua approvazione definitiva.

“Parliamo di un programma, non un progetto – ha spiegato, presentando il documento in Consiglio, Pietro Varisella (Alliance Valdôtaine), presidente della II Commissione “Politiche del territorio, Opere pubbliche” -, che ha al centro molte azioni, partendo dalla pedonalizzazione completa dell’Arco di Augusto. Si propone al Consiglio, per sua competenza, di deliberare l’attuazione del Pst”.

Le eccezioni arrivano dai banchi dell’opposizione. A partire da Sergio Togni (Lega): “Ci aspettavamo che alcune nostre richieste venissero accolte, invece sembra un documento inamovibile. È un buon programma di analisi e di studi preliminari. Ma riteniamo che, a livello di pura programmazione, sia assolutamente insufficiente. Avremmo voluto vedere un’analisi più puntuale, anche sulle previsioni turistiche. Invece non ci sono i quadri comparativi. Si sarebbe dovuto investire un budget più ampio, assolutamente indispensabile per adempiere a quanto previsto dalla legge. Così, questo Piano è tutto un rimando. È sempre tutto molto generico“.

“Uno strumento programmatorio prevede un’enunciazione particolareggiata di ciò che si vuole fare e dei mezzi per raggiungerlo. Qui, questi obiettivi non sono così chiari – ha detto invece Roberta Carla Balbis, La Renaissance -. Sarebbe stato necessario un altro investimento, anche sui contenuti intellettuali che tutti noi avremmo potuto dare. Invece, abbiamo visto solo i lavori finiti. Così la parte politica delega le linee strategiche ai tecnici, è un po’ bizzarro. Dovremmo farci carico noi di questo aspetto”.

In linea con la disamina di Togni e Balbis – che sono anche commissari nella “seconda” -, il capogruppo di Forza Italia Paolo Laurencet: “Dal documento emerge che Aosta ha bisogno di una governance turistica. Quindi, chi se ne sta occupando non è in grado. Manca poi la scelta delle priorità e per questo ci troviamo davanti un Piano che guarda al passato e non al futuro. Si parla molto in astratto, un piano strategico dovrebbe porre obiettivi misurabili, altrimenti è un ‘sogno strategico’”.

Con 20 voti a favore, quelli dell’intera maggioranza, il Programma di sviluppo turistico è stato adottato. Nessuna astensione, i nove consiglieri di opposizione hanno votato contro.

Cosa contiene il Programma di sviluppo turistico?

Pst - Programma di sviluppo turistico Aosta

Il Pst – si legge nelle premesse del Programma – “ha come macro obiettivo il potenziamento del turismo sul territorio del Comune di Aosta, puntando in modo specifico su un paradigma di sviluppo orientato alla sostenibilità e a creare prodotti turistici di qualità”. Sostenibilità “nella programmazione turistica” attraverso “una prospettiva e una vision di lungo periodo in grado di valorizzare le risorse presenti in modo sostenibile nella dimensione economica, sociale e naturale del territorio”.

La questione governance

Come già emerso nelle audizioni dei tecnici di TurismOk, in particolar modo da parte di Aimé Pernettaz, la priorità per il Comune dovrebbe essere quella dotarsi di una governance. Ovvero – si legge nel documento – di “forme di coordinazione volte a implementare comuni strategie, azioni e sinergie in modo strategico e integrato in mutua collaborazione tra attori pubblici e privati”.

In Commissione, Pernettaz, dopo le interlocuzioni preliminari alla redazione del documento organizzate con gli stakeholders, aveva spiegato: “Gli operatori turistici di Aosta ci restituiscono una visione con luci e ombre. Le politiche turistiche sono in capo al Comune ma manca una struttura dedicata. Il sistema turistico appare frammentato, con una distribuzione di competenze poco chiara, a volte, tra Aosta e la Regione”.

Qui, la governance – che la stessa TurismOk definisce l’intervento “più ambizioso e urgente”, si configurerebbe come una “Dmo”, una Destination Management Organization che coinvolga il settore pubblico e quello privato in un progetto di sviluppo condiviso. A farne parte, come “teste di sistema”, dovrebbero essere Comune di Aosta, Espace Pila, Office régional du Tourisme, Assessorato regionale al Turismo, operatori territoriali e associazioni di categoria, per la creazione di un consorzio turistico “che governi lo sviluppo turistico territoriale e coordini le attività degli operatori locali” si legge nel Pst.

I confronti con altre realtà

Nel suo lavoro, TurismOk ha puntato il mirino su diverse realtà – fuori Valle e fuori dall’Italia – per “tarare” il Programma e insistere sulla necessità di un coordinamento per il turismo per Aosta.

A partire dall’austriaca Innsbruck, riuscita a legare agevolmente – si legge nel Pst – il fascino per il mondo alpino, lo sport, un’estetica alpina all’avanguardia, uno spazio urbano “vibrante”, una città “giovane, intelligente, di mentalità aperta”, la vita sana e l’eccellenza ecologica.

Il secondo caso è quello di Trento, un “prodotto” dice il Pst, capace di mettere in fila “Arte e cultura, grandi eventi culturali, natura e sport, enogastronomia, grandi eventi enogastronomici”. Nel dettaglio, TurismOk segnala come elementi di interesse due chiavi di lettura: “Trento città dei festival” (come il Trento Film Festival, il Festival dell’Economia ed il Festival dello Sport) e la valorizzazione del Monte Bondone, patto territoriale capace di “dare nuovo ossigeno a questa località”.

Altro esempio è invece San Gallo, nel nord della Svizzera. Cittadina universitaria, concentra sul lago di Costanza molta della sua offerta. La governance punta sul “lobbismo turistico”, una rete di condivisione di competenze al cui centro c’è il San Gallen Destination Model, modello di analisi dei flussi turistici molto utilizzato per lo studio e la progettazione strategica in diversi ambiti alpini e non.

Nel cuore della Slovenia, un altro esempio preso in considerazione è quello di Lubiana, che punta su “uno stile di vita urbano sostenibile” che trasmette anche ai turisti, favorendo anche la creatività. Qui, si legge nel Pst, si trovano abitanti e turisti soddisfatti, sviluppo e diversificazione dell’offerta turistica, migliore accessibilità e mobilità sostenibile e lo sviluppo di un marchio riconosciuto a livello internazionale.

A proposito di marchio

Subito dopo la governance – priorità assoluta per il Pst –, l’obiettivo a stretto giro è lo sviluppo del brand. La linea tirata dal Programma prevede la condivisione del posizionamento strategico con i principali operatori turistici e culturali locali per evidenziare le caratteristiche del nuovo brand – con un orizzonte indicativo di tre mesi e circa 900 euro di budget previsti –, la definizione del marchio (dai 6 ai 12 mesi, con 8mila euro di finanziamenti) e la ristrutturazione delle informazioni (anche qui da compiere in una arco dai 6 ai 12 mesi) per “aggiustare” la comunicazione turistica generale, anche qui incontrando stakeholders regionali e locali.

A questo si aggiunge lo sviluppo di nuove sinergie in progetti di comunicazione turistica. Azioni da compiere tra 6 e 18 mesi e con 35mila euro di budget stimato, e che prevedono:

  • l’ottimizzazione del sito web;
  • l’attivazione dei canali social;
  • le campagne promozionali;
  • potenziamento degli eventi sul territorio.

L’Aosta Culture Park

Tutto questo servirà a lanciare – nei piani del Pst – il progetto “Aosta Culture Park”, sistema di offerta tematizzato per il prodotto culturale che veda il capoluogo come hub principale, “ripensando il percorso di visita del patrimonio monumentale della città, migliorandone l’organizzazione e le modalità di funzione”.

Al suo interno dovrebbero confluire “esperienze, iniziative, eventi funzionali alla valorizzazione di cultura, artigianati ed enogastronomia locali”.

Per il “City break culturale” le azioni previste dal Programma sono:

  • l’analisi del patrimonio esistente (3 mesi, per 4mila euro);
  • la progettazione di esperienze di visita da realizzare all’interno dei monumenti/aree archeologiche (in 6/12 mesi, per 16mila euro);
  • la progettazione di itinerari esperienziali tra le attrazioni culturali (6/12 mesi, 50mila euro).

Aosta Outdoor – Bike Area

A questo si lega il tema di “Aosta Outdoor – Bike Area”, la creazione cioè di un sistema di offerta a tema outdoor “sinergica e interconnessa tra gli operatori, funzionale a sviluppare esperienze dal forte valore emotivo ed arricchimento esperienziale”.

Su questo, le azioni previste sono:

  • creazione di un tavolo di lavoro (un mese di lavoro);
  • mappatura e definizione delle esperienze outdoor, attività rurali ed enogastronomiche da collegare, itinerari tematici sul territorio ed eventi outdoor di interesse strategico;
  • creazione concertata di nuovi itinerari, esperienze ed eventi turistici outdoor da mettere a sistema;
  • definizione di una scala di priorità in base all’attrattività, al valore turistico e alla stagione di riferimento (tutti questi ultimi tre punti da sviluppare in 2 mesi, per 10mila euro di budget).

L’Enoteca regionale

Il progetto vuole sviluppare il turismo enogastronomico creando un “polo di interesse turistico”. Obiettivo dell’Enoteca regionale è quello di “sviluppare e dare corpo all’offerta enoturistica regionale, sostenere il territorio, in particolare gli operatori della filiera enoturistica e ristorativa, le azienda vitivinicole e la comunità (amministrazioni, operatori economici, associazioni), nello sviluppo di una proposta turistica di qualità”.

Le azioni previste dal Pst sono:

  • l’analisi del settore enoturistico e del mercato del vino in Valle d’Aosta (6 mesi, per 4mila euro);
  • la creazione di un comitato di progetto e di un ente di gestione (6 mesi, 3mila euro);
  • uno studio di fattibilità per la realizzazione dell’Enoteca (12 mesi, 40mila euro).

Il progetto “Look of the city”

Non solo, perché il Programma mette sul tavolo anche la creazione del progetto “Look of the city” funzionale – si legge nel documento – “a sviluppare le azioni prioritarie in ambito di mobilità e urbanistica”.

  • Per farlo, le azioni individuate sono:
  • migliorare l’attrattività del centro storico (24 mesi);
  • l’avvio delle trasformazioni per la realizzazione della “Porta sud” (24/36 mesi);
  • migliorare la mobilità sostenibile sul territorio (24/36 mesi).

“Un simbolo delle Alpi”

I progetti chiave, si legge ancora nel documento redatto da TurismOk, hanno un obiettivo. Sviluppando questi elementi – patrimonio monumentale, segmento outdoor estivo e invernale e “valdostanità” (eventi, enogastronomia, artigianato, cultura locale) – “Aosta può diventare la località alpina per eccellenza, un vero e proprio simbolo delle Alpi”.

“Qui, infatti – si prosegue nella lettura –, trovano declinazione due aspetti molto connotanti per una destinazione turistica di successo: rapporto privilegiato con la natura e imponente patrimonio monumentale, uniti in un connubio senza eguali”.

Presentato in Commissione il Pst, ma serve una “governance”

12 marzo 2024

Turisti in centro – foto d’archivio

Aosta ha bisogno di una governance turistica, che si occupi – da parte pubblica – di realizzare studi ed elaborazioni sul mercato turistico, redigere un Piano strategico concertato con gli operatori, varare norme per lo sviluppo turistico coordinato, occuparsi di direzionare l’attività dei privati per uno sviluppo coordinato e “creare” il prodotto turistico stilando anche un Piano di comunicazione e marketing.

È questo, in somma sintesi, l’obiettivo del Programma di sviluppo turistico del Comune di Aosta – il cosiddetto Pst –, presentato oggi durante i lavori della I e II Commissione consiliare, in riunione congiunta.

“Gli operatori turistici di Aosta ci restituiscono una visione con luci e ombre – ha spiegato Aimé Pernettaz di TrusimOk, società incaricata di redigere il Pst –. Le politiche turistiche sono in capo al Comune ma manca una struttura dedicata. Il sistema turistico appare frammentato, con una distribuzione di competenze poco chiara, a volte, tra Aosta e la Regione”.

Non solo: “L’offerta turistica non è davvero interconnessa – ha aggiunto nella sua presentazione –. Gli operatori di Pila sono organizzati in un Consorzio, modello in cui pubblico e privato collaborano per lo sviluppo territorio. Uno degli obiettivi del Programma sarebbe quello di individuare un sistema di governance del settore pubblico, un ente strumentale che rappresenti sia il pubblico sia il privato, un team con un approccio manageriale verso il turismo che individui i progetti principali per metterli a terra, e con conoscenza del mercato”.

Oltre alla creazione della governance, il Pst – tra i progetti chiave – individua lo sviluppo del brand Aosta, un “Aosta Culture Park” (valorizzando cioè la cultura come uno degli asset prioritari del territorio cittadino), la realizzazione di un “Aosta Outdoor Park” (che comprenda un’offerta strutturata, con tanto di itinerari e segnaletica, per il trekking, la bicicletta e lo sci, in stretta connessione con Pila), progetti che leghino urbanistica e mobilità e la valorizzazione dell’esperienza enogastronomica.

Centrali, poi – sempre stando al Programma – la valorizzazione in chiave turistica di piazza della Repubblica e la pedonalizzazione dell’Arco di Augusto, considerati due “punti strategici” per i turisti, come anche la famosa “Porta sud” della città (dove insiste, cioè, il parcheggio e la partenza della telecabina per Pila), prevedendo o un varco ciclo-pedonale, o un cavalcavia ciclo-pedonale o il potenziamento del sottopassaggio ciclo-pedonale per attraversare la ferrovia e far utilizzare ai turisti, in prevalenza, il “parking de la Ville”.

Zona in cui, ha detto ancora Pernettaz, “si potrebbe realizzare un parcheggio intermodale che permetta di posteggiare le auto senza uscire dall’autostrada” o ancora “un parco fluviale per riqualificare le sponde della Dora, collegandole alla città, ridando dignità all’area e creando un’attrattiva green e sostenibile”.

Le perplessità dell’opposizione

Programma che non convince a fondo i commissari di opposizione. O, per meglio dire, a risultare nebulosa è l’applicazione pratica di questo Pst.

“Si potrebbero avere esempi – ha chiesto Roberta Carla Balbis de La Renaissance –? Cosa si intende quando si ripete ‘cultura’? Invece di parlare dei ‘massimi sistemi’ si può fare qualche esempio pratico legato a questa città? Perché ho sentito cose condivisibili ma anche molto ovvie. Ma ora? Qual è il primo passo che ci proponiamo di fare?”.

Questione toccata anche da Sergio Togni (Lega): “Io avrei creato un gruppo multidisciplinare e avrei speso un po’ di soldi per avere il meglio per Aosta – ha detto –. Rimane il 20 per cento di ciò che mi sarei aspettato per una città che si vuole turistica e per lo strumento che dovrebbe inquadrare tutti gli eventi. Poi si dice: ‘bisognerebbe potenziare la Via Francigena’. Ma come? Avrei preferito scendere un po’ più nel dettaglio”.

Un orizzonte di breve/medio periodo

“Il Pst – ha replicato Loris Sartore, assessore con delega alla Pianificazione territoriale – contiene ovviamente i progetti e le previsioni di sviluppo che il Comune si intende dare nei prossimi anni e ha un orizzonte temporale di breve/medio periodo, tra i tre e i cinque anni”.

“L’Area turistica avrà ora compito di portare avanti quanto definito in questo Pst, che condivido – ha detto invece l’assessora alla Promozione turistica Alina Sapinet –. Anni fa si parlava delle potenzialità turistiche di Aosta. Ora lo sta diventando una città con questa vocazione, e i dati delle presenze stanno aumentando velocemente. Si sta cercando anche di portare avanti i discorsi fatti con il Consorzio Pila ed i partner del turismo. Spero che il Pst sia la ‘spinta’ decisiva per fare qualcosa di concreto”.

Il Pst tornerà in Commissione – questa volta la seconda – il 19 marzo, che dovrà esprimere il suo parere. Dopo l’adozione è prevista la pubblicazione del documento con la possibilità, da parte di chiunque, di presentare eventuali osservazioni, per poi arrivare all’approvazione definitiva in Consiglio comunale.

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