Presentato il terzo murale di Ozmo ad Aosta, un Monte Bianco “souvenir” tra natura e sfruttamento

Il Monte Bianco trasformato in un souvenir turistico "è una presenza ingrandita ma ridotta che si rivela addomesticata e che interroga la città sulle sue due attitudini opposte: contemplazione e sfruttamento della natura”, dice l'artista sull'opera che chiude la trilogia di murales in città.
Il murale di Ozmo all'Arco di Augusto - foto di Luca Benedet
Comuni

Ozmo, e tre. Venerdì scorso, 26 settembre è stata inaugurata la terza opera murale del noto street artist, al secolo Gionata Gesi, realizzato ad Aosta, all’interno delle manifestazioni di Aostæ 2025, la serie di eventi organizzati per celebrare il 2050° anniversario della fondazione della città.

Dopo i primi due lavori – sulle pareti della scuola Primaria “Giovanni Pezzoli” e della scuola Cerlogne – è stato presentato il nuovo dipinto realizzato sul muro esterno della scuola elementare Ponte di Pietra, in pizza Arco di Augusto, che conclude il progetto di arte pubblica diffusa pensato da Ozmo per Aosta.

“Ho scelto di intervenire su tre muri della città perché credo che l’arte pubblica abbia il potere non solo di trasformare visivamente la città ma anche le sue persone, creando spazi più accoglienti e inclusivi – ha spiegato l’artista durante l’inaugurazione –. Questo ci permette di coinvolgere le comunità locali e i residenti”.

Il soggetto scelto presenta un frammento di paesaggio trasformato in segno: Il Monte Bianco sotto la Boule des Neiges, incrinata, che perde acqua. L’impianto figurativo – si legge in una nota – “risulta adagiato su un piano di legno su cui si ripiega un panno di velluto verde che richiama nel colore la natura”.

L’immagine, che vuole essere allo stesso tempo poetica e provocatoria, “mette in tensione esperienza reale e consumo commerciale – come turismo, overtourismmerchandising –aprendo nei residenti e nei visitatori uno sguardo nuovo sulla valle e sulle sue montagne”, spiega una comunicato dell’artista.

Per questo, “l’icona del Monte Bianco trasformato in un souvenir turistico è una presenza ingrandita ma ridotta, che si rivela addomesticata, e che interroga la città sulle sue due attitudini opposte: contemplazione e sfruttamento della natura”.

“Il posizionamento a ridosso di una porta d’ingresso alla città e del corso d’acqua fa dell’opera una soglia educativa – afferma Ozmo –: non introduce un messaggio esterno, ma fa emergere ciò che il luogo già contiene – natura, storia, identità – rendendolo visibile nel quotidiano passaggio di bambini, famiglie e pendolari e turisti. La parete agisce così come dispositivo didattico permanente, coerente con gli obiettivi del progetto di arte pubblica diffusa: portare in superficie livelli invisibili di storia e simbolo e stimolare letture critiche dello spazio pubblico”.

L’opera vuole essere anche un omaggio alla pittura, “incarnando allo stesso tempo tre delle sue categorie più tradizionali: paesaggio, natura morta e ritratto”.

Quest’opera – chiude la nota dell’artista – “completa la trilogia valdostana ricomponendo i frammenti in un racconto unitario: il paesaggio alpino (Il Monte Bianco), la memoria (La stele antropomorfa) e la condizione di frontiera (Giano Bifronte) diventano una regia diffusa nella città, in dialogo con le sue soglie e i suoi flussi”.

Svelato il secondo murale dell’artista Ozmo ad Aosta, una stele antropomorfa alla scuola “Cerlogne”

11 settembre 2025

Ozmo dipinge la Stele 3 Sud - Foto di André Lucat
Ozmo dipinge la Stele 3 Sud – Foto di André Lucat

Dopo il murale inaugurato alla scuola primariaPezzolidi via Parigi – raffigurante Giano bifronte –, è stata svelata la seconda opera dello street artist Ozmo: una stele antropomorfa risalente al terzo millennio avanti Cristo (l’originale è esposta in permanenza al MegaMuseo – Museo Archeologico), che ora campeggia sulla parete della scuola Cerlogne, in via Saint Martin de Corléans.

La Stele 3 Sud di Ozmo - Foto di André Lucat
La Stele 3 Sud di Ozmo – Foto di André Lucat

La cosiddetta Stele 3 Sud è una figura antropomorfa, con tanto di diadema, corpetto decorato, braccia anatomiche con cinque dita, cintura e vesti. Ozmo ha scelto questo esemplare, tra i tanti conservati in museo, e “le ha restituito forza e presenza, dapprima restaurandola utilizzando l’Intelligenza Artificiale, quindi realizzandola come se fosse stata appena scolpita, ancora immersa nel suo contesto originario”, si legge in una nota.

Ozmo dipinge la Stele 3 Sud - Foto di André Lucat
Ozmo dipinge la Stele 3 Sud – Foto di André Lucat

“La mia è una ricostruzione poetica, non scientifica, frutto di ricerche specifiche sul sito, di confronti con le guide e la direzione del museo, ma concepita per parlare al presente – ha spiegato l’artista –. L’opera invita a riconnettere l’arte contemporanea con la memoria ancestrale, trasformando lo spazio urbano in un luogo di dialogo con il tempo profondo”.

Tra passato, presente e futuro: ad Aosta due murales dell’artista Ozmo

1° settembre 2025

L'artista Ozmo all'opera sul murale di Giano Bifronte alla scuola "Pezzoli"
L’artista Ozmo all’opera sul murale di Giano Bifronte alla scuola “Pezzoli”

Una serie di murales “capaci di tradurre in linguaggio contemporaneo la complessità storica, geografica e culturale della città, che saranno ospitate sulle pareti di alcuni edifici particolarmente significativi, all’interno del tessuto cittadino di Aosta”.

Questa l’iniziativa – promossa e sostenuta dal Comune di Aosta, inserita dalle manifestazioni di AOSTAE 2025, il palinsesto di eventi organizzato per celebrare il 2050° anniversario della fondazione del capoluogo – realizzata da Ozmo, pseudonimo di Gionata Gesi (Pontedera, 1975) tra i pionieri della street art italiana, artista conosciuto e apprezzato a livello internazionale.

L’operazione – spiegano dal Comune – “non è un murale monumentale isolato, ma una regia diffusa che invita lo spettatore a ricomporre i frammenti in un racconto unitario”. Nell’opera, “ogni parete, pensata in una sorta di proiezione maieutica, non introduce un messaggio esterno, ma fa emergere ciò che già esiste in forma latente nel paesaggio urbano e nella comunità che lo abita”.

Il primo murale è collocato sulla parete della scuola primaria Giovanni Pezzoli”, via Parigi, il cui edificio si affaccia direttamente sulla statale 26, che ripercorre il tracciato della Via delle Gallie romana, segnando un confine simbolico tra Aosta antica – con Porta Prætoria, il criptoportico e l’assetto urbano romano – e la città moderna che si sviluppa lungo nuovi assi e infrastrutture.

Nel dettaglio, il soggetto del murale è la figura di Giano Bifronte, divinità tra le più antiche del culto pubblico romano, generalmente riprodotto come un busto con due volti che osservano in direzioni opposte. Il “Giano” di Ozmo guarda verso la viabilità e verso il complesso scolastico, a significare – spiega una nota – “quanto la figura mitologica non si presenti solo come nume della strada, ma anche iniziatore e protettore del percorso formativo individuale. Giano diventa così una figura di sintesi tra stratificazione urbana e formazione personale, tra infrastruttura antica e individuo in costante divenire.

Il secondo murale sarà realizzato invece sul muro della scuola Cerlogne, in corso Saint-Martin-de-Corléans, nelle vicinanze di una delle più antiche testimonianze simbolico-spirituali d’Europa, ovvero l’area megalitica di Aosta che conserva la stele antropomorfa risalente al terzo millennio a.C., esposta in permanenza al MegaMuseo, che sorge proprio di fronte al complesso didattico. 

“Nell’anno delle celebrazioni per i 2050 anni della nostra città, Aosta si specchia svelando un suo volto antico e nuovo, trasformando muri in portali nei quali ci immergiamo scoprendo storie che parlano di noi – sottolinea Samuele Tedesco, assessore alla cultura e alle politiche giovanili del Comune di Aosta –. Gli interventi di Ozmo, artista internazionale, ci dimostrano che Aosta in questi anni ha saputo rinnovarsi senza paura nei suoi linguaggi e nelle sue forme, senza nostalgia, ma con profondo coraggio. Il Giano, Dio dei Passaggi, diventa dunque un monito per ribadire che le soglie non servono per restare fermi, ma per andare oltre e proseguire nel cammino, nella scoperta di nuove visioni”.

“Questo progetto murale – afferma invece Ozmo – si sviluppa in alcuni luoghi distinti della città, che corrispondono a soglie simboliche che riportano a macrotemi come la natura, l’origine e la storia della città e la sua identità”.

“Per la prima volta in Italia, un tale progetto è stato affidato a un unico artista che per l’occasione ha creato un itinerario di murali, inizialmente limitato a due pareti, ma che si svilupperà in un futuro prossimo in altri spazi, con lavori che dialogano con il patrimonio identitario di Aosta: il paesaggio alpino (natura), la memoria di epoca preistorica (passato), la condizione di frontiera (identità)”, spiega una nota.

Una risposta

  1. Dati i differenti gradi di scuola,io avrei messo il Giano bifronte alle medie e la stele con gli occhioni alla primaria, ma “de gustibus…”

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