Tra passato, presente e futuro: ad Aosta due murales dell’artista Ozmo

L'opera – promossa dal Comune capoluogo, inserita dalle manifestazioni di Aostæ 2025 – è realizzata da Ozmo, tra i pionieri della "street art" italiana e raffigura Giano Bifronte. La prima è ospitata dalla scuola primaria “Pezzoli” di via Parigi, la seconda dalla scuola Cerlogne di Saint-Martin.
L'artista Ozmo all'opera sul murale di Giano Bifronte alla scuola "Pezzoli"
Comuni

Una serie di murales “capaci di tradurre in linguaggio contemporaneo la complessità storica, geografica e culturale della città, che saranno ospitate sulle pareti di alcuni edifici particolarmente significativi, all’interno del tessuto cittadino di Aosta”.

Questa l’iniziativa – promossa e sostenuta dal Comune di Aosta, inserita dalle manifestazioni di AOSTAE 2025, il palinsesto di eventi organizzato per celebrare il 2050° anniversario della fondazione del capoluogo – realizzata da Ozmo, pseudonimo di Gionata Gesi (Pontedera, 1975) tra i pionieri della street art italiana, artista conosciuto e apprezzato a livello internazionale.

L’operazione – spiegano dal Comune – “non è un murale monumentale isolato, ma una regia diffusa che invita lo spettatore a ricomporre i frammenti in un racconto unitario”. Nell’opera, “ogni parete, pensata in una sorta di proiezione maieutica, non introduce un messaggio esterno, ma fa emergere ciò che già esiste in forma latente nel paesaggio urbano e nella comunità che lo abita”.

Il primo murale è collocato sulla parete della scuola primaria Giovanni Pezzoli”, via Parigi, il cui edificio si affaccia direttamente sulla statale 26, che ripercorre il tracciato della Via delle Gallie romana, segnando un confine simbolico tra Aosta antica – con Porta Prætoria, il criptoportico e l’assetto urbano romano – e la città moderna che si sviluppa lungo nuovi assi e infrastrutture.

Nel dettaglio, il soggetto del murale è la figura di Giano Bifronte, divinità tra le più antiche del culto pubblico romano, generalmente riprodotto come un busto con due volti che osservano in direzioni opposte. Il “Giano” di Ozmo guarda verso la viabilità e verso il complesso scolastico, a significare – spiega una nota – “quanto la figura mitologica non si presenti solo come nume della strada, ma anche iniziatore e protettore del percorso formativo individuale. Giano diventa così una figura di sintesi tra stratificazione urbana e formazione personale, tra infrastruttura antica e individuo in costante divenire.

Il secondo murale sarà realizzato invece sul muro della scuola Cerlogne, in corso Saint-Martin-de-Corléans, nelle vicinanze di una delle più antiche testimonianze simbolico-spirituali d’Europa, ovvero l’area megalitica di Aosta che conserva la stele antropomorfa risalente al terzo millennio a.C., esposta in permanenza al MegaMuseo, che sorge proprio di fronte al complesso didattico. 

“Nell’anno delle celebrazioni per i 2050 anni della nostra città, Aosta si specchia svelando un suo volto antico e nuovo, trasformando muri in portali nei quali ci immergiamo scoprendo storie che parlano di noi – sottolinea Samuele Tedesco, assessore alla cultura e alle politiche giovanili del Comune di Aosta –. Gli interventi di Ozmo, artista internazionale, ci dimostrano che Aosta in questi anni ha saputo rinnovarsi senza paura nei suoi linguaggi e nelle sue forme, senza nostalgia, ma con profondo coraggio. Il Giano, Dio dei Passaggi, diventa dunque un monito per ribadire che le soglie non servono per restare fermi, ma per andare oltre e proseguire nel cammino, nella scoperta di nuove visioni”.

“Questo progetto murale – afferma invece Ozmo – si sviluppa in alcuni luoghi distinti della città, che corrispondono a soglie simboliche che riportano a macrotemi come la natura, l’origine e la storia della città e la sua identità”.

“Per la prima volta in Italia, un tale progetto è stato affidato a un unico artista che per l’occasione ha creato un itinerario di murali, inizialmente limitato a due pareti, ma che si svilupperà in un futuro prossimo in altri spazi, con lavori che dialogano con il patrimonio identitario di Aosta: il paesaggio alpino (natura), la memoria di epoca preistorica (passato), la condizione di frontiera (identità)”, spiega una nota.

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