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140 nuovi Alpini hanno ricevuto il cappello con la penna a Courmayeur

La cerimonia, che segna l’entrata dei nuovi soldati nei ranghi delle truppe alpine, si è tenuta nel pomeriggio di ieri, giovedì 5 dicembre. I neo-Alpini hanno affrontato un addestramento di 12 settimane, su tre livelli.
Cronaca

140 volontari in ferma iniziale hanno ricevuto il cappello alpino e sono quindi entrati ufficialmente nei ranghi delle Truppe Alpine dell’Esercito. La cerimonia si è tenuta nel pomeriggio di ieri, giovedì 5 dicembre, a Courmayeur. La formazione al Centro Addestramento Alpino è durata 12 settimane, articolate su tre livelli: corso basico di alpinismo, corso fucilieri e modulo di combattimento in montagna.

L’ambiente montano, la severità della formazione e lo spirito di corpo sviluppato durante l’addestramento sono stati gli elementi sottolineati dal Generale di divisione Michele Risi, comandante delle Truppe Alpine, mentre il generale Alessio Cavicchioli si è soffermato sulla scelta simbolica del nome del corso (“Monte Vodice III”), che richiama una delle vette ove il battaglione alpini Aosta dimostrò il suo valore in una delle imprese dell’Esercito italiano nella prima guerra mondiale.

La cerimonia ha visto la benedizione dei cappelli alpini a cura del cappellano militare, che alla vigilia aveva tenuto la veglia d’armi al Castello sede del Centro Addestramento Alpino di Aosta. Alla cerimonia era presente anche la Sottosegretaria alla Difesa, Isabella Rauti, che si è rivolta ai neo soldati di montagna, da lei già incontrati a Pollein all’inizio del loro percorso addestrativo.

“Siete stati addestrati con professionalità in una delle scuole militari di montagna più antiche del mondo, – ha detto la senatrice Rauti – che oltre ad insegnare a combattere e a soccorrere in montagna con un approccio innovativo e moderno vuole trasmettervi uno stile di vita fatto di spirito di sacrificio, patriottismo solidarietà, rispetto dell’ambiente, amore per la montagna e impegno per la comunità”.

Una risposta

  1. Bisogna spiegare alla Rauti che la Valle D’Aosta odia i fascisti di ieri e di oggi e che è medaglia d’oro della resistenza.

    i fatto di Leverogne, l’assassinio di Chanoux e l’invio ad auschwitz di decine di ragazzi non si dimenticano. Gli alpini odiano il fascismo

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