Insulti omofobi, minacce e sputi sul pullman. E’ quanto accaduto durante tutto l’anno scolastico ad un giovane valdostano di 18 anni che, dopo l’ennesimo episodio, si è rivolto a Arcigay Valle d’Aosta.
"Il ragazzo aveva già contattato l’associazione per denunciare quanto avvenuto durante il periodo scolastico a causa di alcuni bulli che, durante il tragitto in pullman per raggiungere la scuola, lo schernivano con epiteti omofobi nell’indifferenza generale" scrive in una nota Arcigay Vda.
Ieri uno dei bulli è tornato a colpire, spuntando sul ragazzo e rivolgendogli epiteti omofobi. Questa volta a fianco del 18enne c’era la madre che ha preso le difese del figlio ricevendo alcune minacce. A questo punto la donna voleva contattare le forze dell’ordine ma il giovane, impaurito, ha preferito rivolgersi a Arcigay.
"So bene cosa vuol dire sentirsi esclusi ed emarginati, derisi ed umiliati, quando sei semplicemente te stesso. Per questo motivo, oltre per la mia carica, mi sento emotivamente vicino al giovane al quale tutta la nostra Associazione offre il giusto aiuto per affrontare questa situazione. – sottolinea Samuele Tedesco, Presidente Arcigay VdA – Riteniamo che sia giusto che si denunci questi gravissimi atti e con il giovane stiamo valutando una possibile strada da intraprendere in questo senso. Non è così semplice e nemmeno così immediata la presa di coscienza della gravità dell’atto e a volte manca il coraggio per dire “Basta” a queste aggressioni. Dobbiamo far comprendere, proprio attraverso l’educazione scolastica, come questi atti siano atti lesivi contro l’intera società civile, contro la dignità di ogni essere umano, e non ad una data comunità ristretta. L’omofobia riguarda tutti noi: se tuo figlio fosse omosessuale?”.
