Un turista in arrivo ad Aosta in treno, magari per andare a visitare il “Marché Vert Noël”, uscito dal sottopasso che collega i binari a piazza Manzetti, in questi giorni riceve dalla città un biglietto da visita sicuramente diverso da quello immaginato durante le oltre due ore di viaggio.
A dare il benvenuto ai viaggiatori che sbarcano in stazione è infatti un ammasso di rifiuti che, accumulandosi nelle ultime due settimane in un’area nei pressi della palazzina degli uffici ferroviari (accanto alla stazione), ha raggiunto dimensioni importanti, tanto che qualcuno ormai non esita a parlare di “discarica a cielo aperto” e a segnalare la presenza di “topi grandi come gatti”.
Ricostruire la vicenda non è semplice come sembra, perché le parti in causa sono più d’una e, come nella miglior commedia all’italiana, ognuna invoca responsabilità che s’intrecciano sino a smarrirsi. Tutto ha inizio quando, appunto una quindicina di giorni fa, viene deciso lo spostamento dell’area destinata allo stoccaggio dei rifiuti, che in origine era collocata sul lato della stazione ove via Carducci sbocca in piazza Manzetti.
Alla base del cambiamento, anche motivi di ordine stradale, perché la zona è in curva e gli automobilisti potrebbero trovarsi all’ultimo di fronte a mezzi di raccolta, quindi di grandi dimensioni. La scelta di “Cento Stazioni” (la società delle ferrovie competente sui suoi complessi immobiliari), di concerto con “Reti Ferroviarie Italiane”, cade quindi sulla zona nei pressi della palazzina uffici. In sostanza, sul lato opposto della piazza, all’inizio di via Carrel.
Da un punto di vista pratico, in quel fazzoletto di terreno, dovrebbero finire solo i rifiuti della stazione, delle ferrovie e delle attività pertinenti (un ristorante e poche altre). “Un nostro tecnico – spiegano all’Assessorato comunale all’Ambiente – si è presentato sul luogo, in un’ottica preventiva, per fornire informazioni sulle modalità della differenziazione necessaria affinché i rifiuti potessero essere ritirati correttamente”.
Tutto sembra funzionare, almeno inizialmente, con la raccolta serale regolarmente effettuata. Dopo qualche giorno, però, l’ammasso inizia ad aumentare ed i rifiuti giacciono lì da allora. E’ qui che le tesi sull’accaduto divergono. Per il Comune, “la differenziazione e la presentazione dei rifiuti non avvengono correttamente ed è quindi impossibile, per la ditta incaricata, procedere al loro ritiro”.
Un’accusa che i gestori delle attività rimandano al mittente, sostenendo di aver sempre differenziato correttamente. Secondo loro, il meccanismo si sarebbe inceppato a causa del deposito abusivo di rifiuti in quell’area, effettuato quotidianamente da passanti e automobilisti. “Alcuni – raccontano – non fermano nemmeno la macchina: lanciano direttamente i sacchetti dal finestrino”.
In effetti, la superficie di deposito è stata parzialmente recintata da “Cento Stazioni”, ma non ha copertura: accedervi non è particolarmente difficile. In merito, le società delle ferrovie coinvolte avrebbero contatti in essere con una ditta specializzata, per il ritiro dell’ammasso e il suo conferimento ad un centro ecologico. La situazione pare essere destinata a sbloccarsi in settimana.
Al momento, però, a meno di un mese da Natale, il biglietto da visita aostano ai passeggeri dei treni resta quello e, come dicono in piazza Manzetti, “c’è solo da sperare che qualcuno non pensi di dare fuoco a quel mucchio”.