A processo per i palpeggiamenti per strada, 49enne assolto

La vicenda risale all’ottobre 2017, quando una donna, uscita da una pasticceria del centro di Aosta, era stata toccata sul fondoschiena mentre passava accanto ad un gruppo di quattro uomini. Il pm aveva chiesto una condanna a 4 anni di carcere.
Scranno Tribunale fascicolo
Cronaca

Era a giudizio per aver palpeggiato una donna sulle natiche. Fatti avvenuti in pieno giorno e nel cuore di Aosta, nell’ottobre 2017, di cui era chiamato a rispondere un 49enne di origini romene. Dopo vari rinvii per l’irreperibilità dell’imputato, il processo si è concluso nella mattinata di oggi, mercoledì 22 settembre: il Tribunale di Aosta, in composizione collegiale, ha deciso per l’assoluzione dall’accusa di violenza sessuale.

La donna vittima del gesto, che ha ripercorso la vicenda in aula, era uscita da una pasticceria, dove aveva comprato un dolce. Con le mani impegnate a tenere la confezione, e il portafoglio stretto sotto un’ascella, ha spiegato di aver visto, mentre camminava, un gruppo di quattro uomini, venendo poi toccata sul fondoschiena da uno di essi. Aveva subito chiamato i Carabinieri, fornendo una descrizione utile a riconoscere il gruppo.

La “Gazzella” dell’Arma era arrivata poco dopo, trovandolo al tavolino di un bar non distante. La donna aveva confermato trattarsi delle persone viste inizialmente e, nel prosieguo delle indagini, aveva pure individuato colui che, tra i quattro, riteneva l’autore del gesto. Oggi, in aula, sono stati sentiti anche i militari occupatisi delle indagini. L’accusa, rappresentata dal pm Manlio D’Ambrosi, ha chiesto la condanna del 49enne a 4 anni di reclusione. Il collegio ha infine decretato l’assoluzione.

Saranno le motivazioni della sentenza, attese in futuro, a chiarire il perché. E’ verosimile ritenere, tuttavia, che l’identificazione non immediata dell’autore sia stata giudicata insufficiente a superare l’“ogni ragionevole dubbio” sulla responsabilità dell’imputato, come richiesto dalla legge per comminare una condanna.

Un aspetto sul quale, nell’arringa in aula, il difensore del 49enne si era soffermato. Dopo aver premesso che, per le sue modalità, quei palpeggiamenti fossero più assimilabili a delle molestie, che non ad una violenza sessuale, il legale ha sostenuto che non fosse materialmente possibile, trattandosi di un gruppo, ricondurre il gesto all’uomo finito a processo.

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