Hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato, venendo condannati a 10 anni di reclusione ciascuno. E’ questa la pena inflitta ad Ali Raza (26 anni) e Usama Mazhar (24), cittadini pakistani che erano stati arrestati nell’ottobre 2021 ad Aosta per la violenza sessuale su un 13enne. Nelle indagini erano poi emersi dei video dell’abuso sullo smartphone di uno dei due, facendo scattare anche l’ipotesi di produzione di materiale pornografico minorile (e, di conseguenza, la competenza della procura distrettuale, nel capoluogo piemontese).
Il processo si è chiuso, nelle scorse settimane, al Tribunale di Torino. Nella fase dell’inchiesta svoltasi ad Aosta, il pm Manlio D’Ambrosi aveva chiesto ed ottenuto un incidente probatorio per acquisire la testimonianza del ragazzo parte offesa nei fatti. In quell’udienza, svolta in forma protetta, il 13enne vittima della violenza aveva confermato il racconto già resto agli agenti della Squadra Mobile della Questura nell’imminenza dei fatti.
La ricostruzione che ha preso corpo dalle sue parole è che il ragazzo aveva incontrato i due giovani (che non conosceva) nel pomeriggio, trascorrendo il resto della giornata con loro, anche consumando dell’alcool in compagnia. L’abuso sarebbe stato perpetrato in serata nei bagni del terminal bus di via Carrel. Tra le varie prove raccolte dagli investigatori della Sezione “Reati contro la persona”, le immagini della videosorveglianza della zona, in cui si notava il ragazzo passare con i due imputati.
I filmati rinvenuti sullo smartphone avevano poi consolidato il quadro accusatorio, composto a processo dalle imputazioni di violenza sessuale di gruppo, tentati atti sessuali con minorenne (per aver offerto del denaro alla vittima) e pornografia minorile (per le riprese con il cellulare). Il pm Davide Pretti aveva chiesto una condanna a sei anni e otto mesi per ognuno. Il Gip Edmondo Pio ha inflitto dieci anni ciascuno. I due imputati sono in carcere da quando erano finiti in manette ad Aosta.
4 risposte
Ci sarebbe da chiedersi come sia possibile che un bambino di 13 anni possa passare il pomeriggio a bere in giro per Aosta nella totale indifferenza di chiunque, compresa la famiglia. Forse se ognuno di noi facesse la sua parte anche solo segnalando alle forze dell’ordine certe anomalie e se ci fosse un controllo sul territorio ,Aosta non è New York,si potrebbero evitare di rovinare per sempre un minore.
Volevo dire sì potrebbe
lungi da me difendere questi atti a dir poco orribili, ma la domanda che mi pongo è: perché un ragazzino di 13 anni va in giro tutto il pomeriggio da solo a bere alcol con sconosciuti, ??nessun giudizio solo paura per questi bambini che si credono grandi
Mi spieghino, un giorno, gli avvocati difensori di questa gente come fanno a guardarsi allo specchio…