La qualità dell’acqua della falda sotterranea della piana di Aosta è “scarsa”. Lo rivela il documento di sintesi dei monitoraggi realizzati dall’Arpa nel 2019. In esso si legge che, in più del 20% dei punti controllati tramite piezometri (pozzi di piccolo diametro realizzati espressamente per le ricerche), sono stati rilevati “superamenti dei limiti normativi” di Cromo esavalente. Si tratta di un metallo pesante, utilizzato soprattutto nelle leghe quali l’acciaio inossidabile, dagli effetti tossici e cancerogeni ed aggressivo nei confronti dei sistemi biologici.
La contaminazione, è spiegato, si origina all’interno delle aree industriali “Cogne Acciai Speciali” ed ex Cogne, nel capoluogo regionale, e “va ad interessare anche punti ubicati a valle (est) rispetto alla direzione principale di deflusso della falda”. Arpa precisa tuttavia che “nella zona urbana di Aosta”, ove sono ubicati i pozzi comunali ad uso potabile, “non sussistono particolari criticità” e la “qualità delle acque è in questo caso soddisfacente”.
Il Cromo esavalente non è tuttavia l’unico problema delle risorse acquifere sotterranee della piana di Aosta, controllate attraverso trentasette piezometri. “Concentrazioni eccedenti i valori limite di legge per diversi parametri” sono infatti state registrate in “tutta l’area monitorata circostante la discarica di Brissogne”, “sia a monte che a valle dell’attuale impianto”.
Per l’Arpa, ciò indica che “tale situazione non è imputabile” ad esso, bensì “alla presenza di vecchi rifiuti smaltiti in quest’area in modo incontrollato sino a pochi decenni fa (prima della realizzazione della discarica e in assenza di normativa ambientale)”, nonché “alla conseguente modifica delle condizioni di ossidazione del sottosuolo”, che favoriscono la mobilizzazione di metalli naturalmente presenti.
Infine, in località Autoporto di Pollein è aperto un procedimento per sito contaminato, in una zona “in cui si rileva una contaminazione da tetracloroetilene”, sostanza usata principalmente come solvente nelle lavanderie a secco e per lo sgrassaggio dei metalli, in grado di danneggiare fegato e reni, nonché (per esposizioni massicce) di ripercuotersi sul sistema nervoso centrale. Nel 2014, sottolinea il documento Arpa, “è stato avviato l’impianto di bonifica della falda e le concentrazioni sono progressivamente in diminuzione, seppure ancora lievemente superiori al limite normativo”.
Quanto al resto del fondovalle, se la rete non restituisce superamenti dei limiti previsti dalle leggi nelle acque sotterranee delle piane di Verrès e di Morgex, un’altra contaminazione da Cromo esavalente è emersa dai prelievi all’estremità della falda di Pont-Saint-Martin, in prossimità del confine regionale. La sua “estensione limitata” è tale – “almeno sulla base delle attuali conoscenze” – da “non inficiare la qualità dell’intero corpo idrico sotterraneo”, valutata quindi “buona”.
Relativamente, infine, alle conche di Courmayeur e Châtillon, due sono le criticità riscontrate: nella zona di Entrèves un “impatto locale” legato “alle operazioni di spargimento invernale di sale sulle strade”, mentre in media valle una “marcata ma puntuale contaminazione da idrocarburi, attualmente in fase di bonifica”. Il limitato numero di punti della rete di monitoraggio fa sì che, al momento, per Arpa non sia possibile “attribuire con sufficiente affidabilità uno stato chimico complessivo a questi due corpi idrici sotterranei”.