Aggiornata a dicembre la maxi udienza sul crack Eurovie Costruzioni

I difensori hanno ottenuto una perizia sullo stato della società e del fallimento. Il consulente dell'accusa ha fatto chiarezza sulle compagini sociali e sull'organo amministrativo. A dicembre si torna in aula.
Tribunale di Aosta
Cronaca
E’ iniziato questa mattina, lunedì 22 settembre il maxi processo per il crack di Eurovie Costruzioni. Gli avvocati dei tredici imputati hanno fatto tre eccezioni, al collegio del tribunale presieduto da Anna Bonfilio (guidici a latere: Davide Paladino e Marco Tornatore). Eccezioni respinte dal collegio. I difensori hanno poi chiesto, e ottenuto, una perizia sullo stato della società e del fallimento.
E' stato poi sentito il consulente dell’accusa, rappresentata dal pm Luca Ceccanti, Alberto Grosso di Biella, che ha spiegato in che condizioni versava la società al momento del fallimento. Non solo. Ha anche fatto chiarezza sulle compagini sociali e sull’organo amministrativo.
Ad ottobre dello scorso anno, l’udienza preliminare si era conclusa con due patteggiamenti e tredici rinvii a giudizio. Avevano patteggiato, un anno e due mesi, Giuliano Follioley, 77 anni di Pavone Canavese, e un anno e sei mesi Giovanni Montalbetti, 49 anni di Hône. Per Follioley l’accusa era di bancarotta mentre Montalbetti era accusato di turbativa d’asta e false fatturazioni. Il giudice Maurizio D’Abrusco aveva poi disposto il rinvio a giudizio, per gli altri tredici imputati. Si tratta di: Jean Carbonelli, 47 anni di Aosta; Dario Consol, 41 anni di Donnas; Paolo Anselmo, 50 anni di Aosta; Mario Boidi, 78 anni commercialista di Torino; Giorgio Fagiano, 46 anni di Chiaverano; Rudi Santin, 50 anni di Montalto Dora; Raffaella Cataneo, 52 anni; Patrizio Parisio, 44 anni di Donnas; Walter Pramotton, 521 anni di Donnas; Luciano Cagnassone, 71 anni di Torino; Angelo Cipullo, 68 anni di Caserta e Emanuele Tasca 46 anni di Treviso. Per loro le accuse vanno dalla bancarotta fraudolenta e semplice alla turbativa d’asta, dal falso all’omessa denuncia, dal rifiuto di atti di ufficio a false fatturazioni.
L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Luca Ceccanti, è iniziata a fine 2003 e si è sviluppata su tre filoni: la distrazione di capitali dai bilanci, la concessione di finanziamenti per almeno 10 milioni di euro alla stessa società da parte di Finaosta (la finanziaria della Regione Valle d’Aosta) e la vendita all’asta di Eurovie, acquisita dalla Socea e poi ceduta alla Piemonte Costruzioni. La procura di Aosta ipotizza varie irregolarità nei bilanci della società commesse tra il 1995 e il 1999, con la presunta sottrazione di centinaia di milioni di euro dalle casse che sarebbero finiti in banche estere, forse in qualche paradiso fiscale.
L’udienza è poi stata aggiornata al primo di dicembre.

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