E’ lo svizzero Jan Müller, 50enne residente nel Canton Vallese, la vittima dell’incidente alpinistico avvenuto nel pomeriggio di ieri, domenica 24 marzo, in alta Valpelline. L’uomo, assieme a una compagna di ascensione, aveva raggiunto la vetta della Becca de l’Etresenda (Oyace) in mattinata e stava scendendo lungo il canale ovest.
I due procedevano in corda doppia e, ad un certo punto, dopo che lei si era calata, quando toccava a lui scendere, un ancoraggio effettuato nella neve ha ceduto, facendo precipitare l’alpinista per almeno 300 metri. Secondo quanto ricostruito dal Soccorso Alpino della Guardia di finanza della stazione del Breuil, impegnato negli accertamenti, la donna, una 45enne elvetica, ha tentato di dare l’allarme, ma in quel punto non c’era copertura telefonica.
Ha iniziato quindi ad scendere da sola, ma poco dopo è caduta a sua volta, finendo su una placca esposta, che l’ha fermata qualche metro dopo. Si trovava però in una zona in cui è riuscita a dare l’allarme e l’elicottero del Soccorso Alpino Valdostano ha raggiunto l’area. Il corpo di Müller era in una zona pericolosa per la caduta di sassi. Il medico dell’equipaggio non ha potuto fare altro che constatarne il decesso.
Lei, invece, era a rischio di precipitare. L’equipaggio ha proceduto, per il recupero, ad una verricellata superiore agli 80 metri di lunghezza. La donna è stata trasportata in Pronto soccorso al “Parini”, venendo dimessa ieri in serata. E’ stata sentita dai finanzieri, confermando la dinamica dell’incidente emersa sin dall’inizio.
La salma dell’alpinista deceduto è stata trasportata in camera mortuaria ad Aosta. Stamane, a seguito delle procedure d’identificazione, il medico legale procederà al riscontro esterno del corpo, che rimane per il momento a disposizione dell’autorità giudiziaria.