Arnad come Fontainemore: incendiate 17 rotoballe all’Assessore Ivo Joly

L'Assessore è convinto si tratti di un gesto intimidatorio. "Qualcuno ha voluto lanciarmi un segnale, dire di starmene al mio posto, ma non sono preoccupato". E' il terzo episodio in pochi mesi rivolto ad amministratori locali.
Il paese di Arnad
Cronaca

Presi singolarmente sono episodi incresciosi, messi insieme portano alla luce un clima poco edificante. Nei tre casi le indagini sono ancora in corso, ma pare esserci un minimo comune denominatore, ovvero la scelta di “criticare” l’avversario politico con mezzi non proprio ortodossi.

L’ultimo, in ordine di tempo, ha come protagonista Ivo Joly, assessore comunale ad Arnad. Lo scorso 13 novembre qualcuno ha dato fuoco a diciassette “rotoballe” dell’assessore. “I motivi sono ancora da chiarire“, spiega Joly che però sembra abbastanza convinto che si sia trattato di “un gesto intimidatorio“. “Gesto che non mi preoccupa e non mi spaventa, anche se non nego che dia molto fastidio e che mia moglie si sia molto arrabbiata. Perché hanno voluto farlo? Ma, difficile dirlo, ricopro diverse cariche, sono assessore ma ho un ruolo anche alla Kiuva e nell’organizzazione della Festa del lardo, le discussioni ci sono. Non saprei per cosa, ma chi l’ha fatto voleva dirmi di stare al mio posto. Ma, ripeto, non sono preoccupato“. Il danno è piccolo: 17 balle di fieno andate a fuoco per un danno di circa 400 euro, ma il gesto è significativo e inquietante, anche perché non è il primo.

Il 9 settembre le fiamme colpirono un altro amministratore pubblico, Speranza Girod, sindaco di Fontainemore: la sua auto, una Fiat Bravo, fu incendiata in pieno giorno. Furono tagliate le gomme e rotti i vetri. La Girod non ha mai commentato la vicenda, l’opposizione le ha subito espresso solidarietà ma il fatto è accaduto. Qualcuno, probabilmente un esaltato, ha deciso che si poteva contrastare così un avversario politico.

L’ultimo è solo in apparenza il caso meno grave. Protagonista un’altra donna, Roberta Quattrocchio, sindaco di Villeneuve. Un’anonimo scribacchino si sarebbe divertito inviando lettere a vari destinatari. Le missive, ha raccontato la Quattrocchio, erano piene di insulti, che offendevano “la donna e il sindaco“.

Sarà la magistratura a fare luce su tutte e tre le vicende. Ma una riflessione della politica sarebbe auspicabile.

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