Sono maturati in un contesto lavorativo i fatti al centro del processo celebrato oggi, mercoledì 5 ottobre, al Tribunale di Aosta. Imputato, un 52enne residente nel cosentino, Biagio Ciancio, che nello scorso dicembre era in Valle quale lavoratore stagionale, come cuoco in un ristorante di La Thuile. All’uomo, chiamato a rispondere di violenza sessuale su una ragazza all’epoca dei fatti minorenne, il collegio giudicante ha inflitto una pena di due anni di reclusione.
Secondo quanto emerso, la giovane, anche lei residente fuori dalla regione, era nel ristorante per un periodo di inserimento professionale, nell’ambito del suo percorso scolastico. Nella ricostruzione degli inquirenti, su cui ha deposto in aula un Carabiniere occupatosi delle investigazioni, i due restano, ad un certo punto, da soli. Lui – era la contestazione della Procura – le avrebbe fatto delle avances (frasi esplicite del tipo “quanto sei carina, non sai cosa ti farei”), poi – alle spalle – le avrebbe dato un bacio sul collo.
La ragazza lo fa presente al titolare del locale che, stando alle indagini, avrebbe cercato di minimizzare, sostenendo che quel dipendente “scherza con tutti”. Non soddisfatta del riscontro ricevuto, la giovane si reca quindi dai Carabinieri. L’indagine parte contro ignoti, perché lei conosce esclusivamente il nome di battesimo di quel “collega”. L’Arma lo identifica e, nello scorso febbraio, si svolge un incidente probatorio in cui la persona offesa ripercorre tutto l’accaduto.
Si giunge quindi, vista l’assenza da parte dell’imputato di richieste di riti alternativi in udienza preliminare, al processo di stamane. Il pm Manlio D’Ambrosi, richiamandosi alla parte del Codice che disciplina la violenza sessuale, in cui “nei casi di minore gravità” viene attuata una diminuzione della pena (prevista da sei a dodici anni di reclusione) invoca una condanna a due anni di carcere.
La difesa dell’imputato, dopo il deposito di una memoria scritta, ne ha chiesto l’assoluzione. E’ seguita una breve Camera di consiglio, da cui i giudici (il collegio era presieduto da Eugenio Gramola e completato dai colleghi Marco Tornatore e Maurizio D’Abrusco) sono usciti per leggere la sentenza attorno alle 11, accogliendo la richiesta dell’accusa. Alla ragazza, costituitasi parte civile e che nel frattempo ha raggiunto la maggiore età, è stata riconosciuta anche una somma, a titolo di risarcimento.
Una risposta
massima simpatia per il poveretto.