Sono chiamati a comparire martedì prossimo, 12 febbraio, dinanzi al Gup del Tribunale di Aosta, i due immobiliaristi accusati dalla Procura di Aosta di una bancarotta fraudolenta continuata da poco meno di tre milioni di euro, nonché di una truffa aggravata sull’ordine degli 8-900mila euro in totale. L’udienza preliminare è stata fissata a seguito della richiesta di rinvio a giudizio depositata negli scorsi mesi dal pm Luca Ceccanti per Roberto Noventa, 58enne di Aosta, e Roberto Invernizzi, 57enne di Rho (ma all’epoca dei fatti in Valle).
Le indagini, svolte dai militari dell’aliquota della Guardia di finanza della Sezione di polizia giudiziaria presso la Procura, hanno ricostruito come ai due facessero capo – quali legali rappresentanti – cinque società, impegnate nella costruzione e nella compravendita di stabili (ed oggi fallite). Si tratta della “Etoile”, della “Cure de Chevrot”, della “Croix de Ville”, della “Eglantier” e della “Notre maison”, tutte attive in media ed alta valle nel campo delle prime e seconde case (ad Aosta, ad esempio, curavano un cantiere in via Tourneuve).
Le distrazioni e le truffe avrebbero avuto raggiunto il culmine nel periodo 2012-3, ma sarebbero continuate fino a due anni fa. Della bancarotta imputata ai due immobiliaristi, dell’ammontare complessivo di 2,8 milioni di euro, 700mila euro sono relativi a prelievi personali effettuati in contati o in assegni, mentre 1,7 milioni si riferiscono a operazioni tra le società del gruppo. Le indagini sono scattate a seguito della prima relazione del curatore fallimentare della società ed hanno messo in luce l’assenza di contabilità sulle movimentazioni finite all’attenzione degli inquirenti.
Visto il numero di fallimenti (cinque societari e due individuali), gli accertamenti non sono stati semplici: i finanzieri hanno setacciato trentadue conti correnti di ditte e diciotto personali, con decine di operazioni su ognuno. Da questa attività investigativa sono emersi anche gli episodi per cui Noventa e Invernizzi sono accusati di truffa: quattro acquirenti non hanno ricevuto le abitazioni per cui hanno consegnato caparre per un totale di 8-900mila euro, diventando così persone offese. Potranno costituirsi, all’udienza della prossima settimana, parti civili.