E’ legata soprattutto alle informazioni che arriveranno alla Guardia di Finanza dal Consolato tedesco in Italia la soluzione delle incognite che ancora avvolgono i cadaveri di tre alpinisti restituiti ieri, a distanza di anni dalla loro morte, dai Dômes de Miage, nel massiccio del Monte Bianco, a seguito verosimilmente delle temperature elevate del periodo estivo, con il conseguente ritirarsi dei ghiacci.
Il nome di uno di loro, ricavato dal documento contenuto nel portafoglio recuperato accanto alle salme da uno scalatore francese che ha notato i corpi mentre scendeva a valle, non figura infatti – né nell’archivio del SAGF, né in quello della Gendarmerie francese, contattata dai colleghi italiani – tra i dispersi per incidenti sul “tetto d’Europa”. Gli altri due cadaveri, peraltro, non hanno ancora un’identità e non erano legati in cordata tra loro.
Quella carta d’identità tedesca, però, rappresenta un ritrovamento prezioso, perché fissa un punto di “non ritorno” temporale. E’ stata rilasciata nel 1995: l’episodio che ha causato la morte, verificatasi facilmente in un altro punto della montagna, più in alto rispetto al punto del ritrovamento (il ghiacciaio è lungo più di 10 chilometri e si estende per 1100 ettari), non può essersi verificato prima di allora.
Altri elementi, tra il materiale ritrovato, sono di scarso aiuto per circoscrivere il periodo della scomparsa. Si tratta di scarponi “Koflach”, di un modello risalente indicativamente agli anni ottanta, nonché di sacchi a pelo e di quanto rimane di una macchina fotografica.
Le operazioni di recupero dei cadaveri, avvenute a cura degli uomini della stazione SAGF di Entrèves, comandata dal maresciallo Delfino Viglione, con cui hanno collaborato anche unità SAF dei Vigili del Fuoco, sono terminate nella mattinata di oggi, giovedì 24 agosto, vedendo l’ausilio anche di un elicottero “Volpe” della Guardia di finanza.
I corpi degli alpinisti, in parte in stato di decomposizione, sono stati portati alla camera mortuaria del cimitero di Courmayeur, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Là, nelle prossime ore, verranno sottoposti a un’ispezione medico-legale e, sulla base delle risultanze, non sono esclusi ulteriori approfondimenti nei prossimi giorni.
Fin da ieri, venuti in possesso del brandello di documento rinvenuto accanto ai corpi, i finanzieri, seppur impossibilitati al recupero causa maltempo, avevano iniziato gli accertamenti sul nominativo, avviando inoltre i contatti consolari per dare una storia ad una morte (il solo identificato aveva 23 anni nel momento dell’emissione della sua carta d’identità) che, scorrendo l’elenco di oltre un centinaio di dispersi sulla montagna, ancora non sembra averla. Una storia che, però, sembra essere solo questione di tempo.