“Semaforo verde” alla restituzione dei cancelli sequestrati in un immobile a Saint-Vincent, a condizione che i simboli per cui era scattato il provvedimento (dalle indagini della Procura, un’aquila nazista e i triangoli usati per classificare i prigionieri dei lager) vengano rimossi e mantenuti a disposizione dell’autorità giudiziaria.
È la decisione del pm Francesco Pizzato, che ha accolto la richiesta di Fabrizio Fournier, 54enne proprietario dell’abitazione, indagato per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. La Procura ha acconsentito al fatto che un fabbro possa eliminare i simboli contestati, presenti su due diversi ingressi dell’edificio, a condizione che l’intervento avvenga sotto la supervisione della Digos.
Dopo il sequestro, scattato lo scorso 4 gennaio, Fournier aveva presentato istanza di riesame del provvedimento al Tribunale di Aosta, riconducendo le raffigurazioni sui portali ad “una sua spiccata propensione all’esoterismo e ad un suo mero gusto estetico”. Per i giudici, che avevano respinto la richiesta, quei cancelli “a prescindere dalle intenzioni dell’indagato”, erano idonei “a diffondere pubblicamente ideologie negazionistiche e criminologiche nel senso voluto dalla norma penale”.