Il copione è un classico del crimine predatorio, ma è assurto a tale rango proprio perché ampiamente collaudato ed efficace. Un uomo solo si avvicina ad un’abitazione a più piani e la osserva a fondo. Dopodiché, suona ad una porta e, a chi apre, chiede se nell’alloggio accanto, o in quello sottostante (che ha adocchiato come vuoto prima di farsi avanti), non ci sia nessuno. A voce alta dice di cercare chi vive in quella casa, perché interessato ad acquistare i profumi che lui vende. In realtà, cerca una conferma sul fatto che l’abitazione sia vuota.
In questo caso, nel pomeriggio di oggi ad Epinel di Cogne, l’ha trovata. A quel punto, dopo aver aspettato che chi gli ha risposto tornasse in casa, non ci ha pensato due volte: ha forzato una porta finestra e si è introdotto nell’alloggio. Il racconto continua con le parole della padrona di casa, una ragazza rientrata da poco e ancora in preda allo sgomento per l’amara sorpresa dell’intimità domestica violata. “All’appello – ci dice al telefono – mancano un computer portatile e pochi ori che tenevo in un cassetto”.
Un bottino leggermente superiore al migliaio di euro, insomma. “Alcune cose di valore, come una macchina fotografica reflex, – aggiunge la ragazza – sono rimaste al loro posto. Altre sono state semplicemente spostate, ma non portate via. Non doveva essere molto accorto, oppure è stato disturbato”. Del furto (con l’effrazione, che aumenta la rilevanza penale dell’episodio) sono stati prontamente avvertiti i Carabinieri, che si stanno occupando dell’accaduto.
“Ho deciso di raccontare quanto è successo perché, da una parente che vive in paese, – ci dice ancora la giovane che vive nell’alloggio dove si è consumato il furto – ho saputo di almeno un altro caso di persona presentatasi all’uscio sostenendo di vendere profumi, fatto abbastanza anomalo, perché si tratta di un commercio che non si svolge normalmente porta a porta, e se la mia sventura può servire ad aprire gli occhi ad altra gente, ben venga”.
Ai militari, la ragazza ha fornito le indicazioni ricevute da chi ha visto il sedicente venditore: sulla quarantina, alto, con cappotto, cappello e una valigetta (probabilmente per accreditare l’immagine di un commesso viaggiatore) e l’inflessione non straniera. “Credo proprio – conclude sconsolata la vittima del furto di oggi – che, mentre parliamo, non si trovi più in val di Cogne, perché anche nel crimine c’è ormai un certo pendolarismo. Però, magari, proverà ad agire altrove, rimanendo nella regione, e questo racconto potrebbe essere utile a chi lo leggerà”.