Centrale idroelettrica di Fénis, indagine per truffa all’ente pubblico: sei denunciati

Sei persone indagate, fra cui il sindaco di Brusson, Giulio Grosjacques, per truffa in danno dell’Ente pubblico per 234.000 euro. "Fatture con costi gonfiati per 650.000 euro".
Guardia di Finanza
Cronaca

"Un giro di false fatturazioni per un ammontare complessivo di 650mila euro, che hanno permesso di gonfiare in modo artificioso i costi dei lavori di manutenzione e, in questo modo, di abbattere l’utile degli esercizi degli anni 2013 e 2014 della società idroelettrica proprietaria dell’impianto". E' questa l'ipotesi di reato che ha portato alla denuncia da parte della Guardia di Finanza di sei persone: quattro amministratori, fra cui il sindaco di Brusson, Giulio Grosjacques, un direttore tecnico e un consulente professionale in relazione alla centrale di Fénis della Società Hydroelectrique Clavalité.

"Il gruppo imprenditoriale  – spiegano in una nota le Fiamme Gialle –  si è assicurato la realizzazione dell’impianto attraverso il regolare rilascio di una serie di concessioni regionali e la conseguente gestione attraverso l’apporto di capitali privati. Il Comune di Fénis ha quindi concesso lo sfruttamento del territorio di competenza ottenendo la partecipazione al capitale della società idroelettrica con una quota del 36%. Le indagini delle Fiamme Gialle hanno certificato come i lavori di manutenzione ordinari e straordinari dell’impianto siano stati gestiti e realizzati quasi interamente dalle imprese appartenenti allo stesso gruppo oggetto di indagine attraverso un giro di false fatturazioni". 

Per il Comune di Fénis si è, quindi, configurato secondo la Finanza una perdita patrimoniale di competenza certificata, nel periodo 2013-2018, per 234.000 euro.
L’attività si è inoltre conclusa con la constatazione di un’evasione di Iva per 145.000 euro ed il recupero di una maggiore base imponibile IRES ed IRAP per 390.000 euro.

In una nota il Comune di Fénis, "ringraziando la Guardia di Finanza per l’indagine condotta" annuncia di stare valutando "la propria posizione come parte lesa all’interno della Società, della quale detiene il 36%".

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