Controlli interni, la Corte dei conti “bacchetta” la Regione

Secondo la Sezione di controllo, che ha esaminato la relazione del Presidente della Regione per il 2022 e 2023, piazza Deffeyes vive “critictà nel realizzare l’effettiva rotazione degli incarichi a più elevato rischio corruttivo”.
Palazzo Regionale
Cronaca

La relazione resa alla Corte dei conti dal Presidente della Regione, relativamente agli anni 2022 e 2023, restituisce “una rappresentazione sufficiente del sistema dei controlli in concreto svolto dall’amministrazione regionale”. Lo scrive la Sezione di controllo della magistratura contabile, nel documento – depositato negli scorsi giorni – redatto a seguito dell’analisi del referto ricevuto da piazza Deffeyes. Sessantaquattro pagine in cui non mancano, tuttavia, “bacchettate” all’amministrazione.

A partire dal fatto che “la disciplina del sistema dei controlli interni nella normativa regionale non ha subito innovazioni” e, per questo, “rimane frammentaria e incompleta nel regolare in modo organico e compiuto le diverse forme” di verifica “spettanti all’Ente”. In particolare, “la mancanza dell’organigramma regionale di una struttura deputata ad attività di controllo”, quale avrebbe dovuto essere il soppresso Audit interno, “vanifica l’esigenza di individuare organi che svolgano i controlli previsti” dalle norme regionali e nazionali “in posizione di indipendenza e di separazione dai soggetti controllati”.

Solo controlli preventivi

Anche perché, nel sistema illustrato dalla Regione alla magistratura contabile, il “controllo preventivo di regolarità amministrativo contabile rappresenta l’unica forma di verifica effettuata da strutture diverse dagli organi sottoposti a controllo” e il controllo successivo sugli stessi profili, “che costituisce forma di verifica ulteriore”, di fatto “non viene svolto”, o “è limitato alla verifica delle spese certificate all’Unione europea”.

Inoltre, “il controllo strategico e il controllo di gestione – scrive la Corte dei Conti – scontano la mancanza di una struttura interna competente”. Al riguardo, la Sezione di controllo “ribadisce la necessità di istituire apposite strutture interne, adibite allo svolgimento delle funzioni di revisione e analisi delle attività di amministrazione attiva”. Occorre, in proposito, “adottare una procedura formale di ricognizione e valutazione degli esiti dell’analisi sulla gestione per la determinazione degli stanziamenti da parte delle singole strutture dirigenziali”.

Lavoro agile, manca il monitoraggio

Dall’analisi della relazione, per la Corte emergono poi “criticità nel realizzare l’effettiva rotazione degli incarichi a più elevato rischio corruttivo”. Non solo “non sono previste attività di verifica e di monitoraggio”, ma manca, “come segnalato dall’amministrazione stessa”, una “specifica disciplina regolamentare di codificazione della rotazione ordinaria”. All’interno della Regione, si apprende leggendo, “non viene svolto un monitoraggio dell’impatto del lavoro agile sulla continuità e qualità dei servizi pubblici prodotti”.

Nemmeno “sono previsti specifici indicatori di monitoraggio dei risultati del lavoro agile nel sistema di misurazione e valutazione della performance”. Dolenti note anche riguardo al meccanismo di controllo a fondamento della valutazione del personale con incarico dirigenziale, che “andrebbe rivisto”, in funzione “di una valutazione fondata non solo sui risultati, ma anche sui comportamenti”.

Criticità anche sulle partecipate

Quanto al controllo sugli organismi partecipati, svolto da una struttura dedicata, la Sezione di controllo eccepisce che la stessa non effettui “la verifica del rispetto dei contratti di servizio e delle carte di servizio, di cui sarebbero competenti i relativi rami dell’amministrazione regionale”, ma nemmeno che avvenga “la verifica del rispetto del codice di autodisciplina, che non sembrerebbe esercitata da alcun ufficio regionale”.

Inva e Finaosta: documenti non approvati

La Corte lamenta poi che il Piano Operativo Strategico Triennale 2021/3 e il Piano Esecutivo Annuale del 2021 di Finaosta SpA e In.Va SpA, oltre al POST 2022/4 e al PEA 2022 di In.Va. SpA “non risultano approvati, impedendo di conoscere l’entità dei piani effettivamente assunti”. Ciò rappresenta, si legge nei rilievi, un “grave vulnus sia al corretto esercizio dei poteri di controllo da parte dei soci che al potere di gestione degli organi amministrativi delle suddette società”.

Il collegio che ha esaminato la relazione “esprime, di conseguenza, forti perplessità sulle avvenute erogazioni, da parte della società IN.VA S.p.A., di premi correlati ai risultati raggiunti in rapporto agli obiettivi che avrebbero dovuto essere contenuti nei suddetti POST e PEA”. Più in generale, la Regione viene invitata ad “adottare opportune procedure di verifica dell’attività dei propri organismi partecipati, volte a valutare la sostenibilità della gestione delle partecipazioni regionali dirette ed indirette, in particolare sotto il profilo dell’indipendenza della loro sostenibilità finanziaria”.

Sanità e PNRR senza appunti particolari

Nell’esercizio dell’attività di controllo sulla gestione degli enti del servizio sanitario 2022-3, “non sembrano venute in evidenza anomalie o criticità irrisolte”. In fatto di ottimizzazione del ciclo di gestione dei fondi del PNRR e dei controlli sull’attuazione degli investimenti previsti dal Piano, la Sezione ritiene infine che “le attività di supporto tecnico-operativo” svolte dalla Regione si inquadrerebbero “in un percorso di evoluzione e rafforzamento del modello di governance regionale del PNRR a beneficio dei soggetti attuatori”, auspicandone “il consolidamento e l’implementazione”.

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