È durata oltre cinque ore la requisitoria del pm Luca Ceccanti, nell’udienza di oggi, giovedì 28 febbraio, sul presunto giro di corruzione in alcune partecipate regionali. Malgrado il procedimento si svolgesse a porte chiuse, non sono mancati momenti in cui il tono tuonante ed infervorato del magistrato è arrivato ben oltre le pareti dell’aula. Al termine, quando l’orologio segnava le 18 abbondanti, ha proposto condanne, al Gup Paolo De Paola, per un totale che supera i ventisei anni.
Le richieste di reclusione più elevate riguardano i tre principali imputati: l’ex manager Finaosta Gabriele Accornero (6 anni e 6 mesi), l’oggi vicepresidente del Consiglio Augusto Rollandin e il titolare del “Caseificio Valdostano” Gerardo Cuomo (6 anni per ognuno). Sono accusati, sulla base delle indagini condotte dai Carabinieri del Reparto operativo, di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione continuata per plurimi atti contrari ai doveri d’ufficio.
Per Rollandin, inoltre, il Pubblico ministero ha avanzato richiesta di interdizione perpetua dai pubblici uffici, di interdizione legale, nonché di incapacità a contrattare con la pubblica amministrazione. Nell’aprile 2018, il Gip aveva negato l’arresto chiesto dalla Procura per l’ex Presidente della Regione, accusato di aver favorito l’espansione della ditta di Cuomo nel capannone della partecipata “Autoporto Spa”, ricevendo in cambio appoggio elettorale (con un “comizio” nella sede della ditta) e due pneumatici per l’auto.
Relativamente alle altre posizioni processuali, le richieste del pm sono di 3 anni per il libero professionista Simone D’Anello (31 anni, di Aosta), 2 anni e 10 mesi per l’artigiano edile Salvatore D’Anello (45, Aosta), 1 anno e 4 mesi per l’imprenditore Davide Bochet (50, Saint-Pierre) e 6 mesi per l’artigiano Francesco Maruca (43, Saint-Christophe). Le contestazioni, mosse a vario titolo dalla Procura diretta da Paolo Fortuna, includono la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, il concorso in corruzione continuata e il peculato.
I legali degli imputati, lasciando palazzo di giustizia, hanno commentato, in modo pressoché unanime, di essersi aspettati “richieste di pena alte” come quelle sentite in aula, “per un discorso di coerenza dell’accusa”, ma di confidare “nelle prossime udienze (che saranno tutte dedicate alle arringhe difensive, ndr.) di riuscire a dimostrare che quanto ha detto l’accusa è totalmente insussistente”.
Sulla “re-integrazione” nel fascicolo processuale di due testimonianze, disposta stamane dal Gup su richiesta del pm, l’avvocato Corrado Bellora, difensore di Gabriele Accornero assieme al collega Guido Furgiuele, ha sottolineato che occorrerà “valutare l’attendibilità di queste dichiarazioni, perché si tratta di testimoni che erano tutto meno che testimoni, in questo processo. Sono però valutazioni che andranno fatte con calma, dopo aver letto gli atti”. La prossima udienza è in calendario per il 13 marzo.