E' iniziato ieri, giovedì 1 marzo, dinanzi al Gup Giuseppe Colazingari, il processo a Edy Letey, il 49enne di Gignod, ex casellante della Società di gestione del Traforo del Gran San Bernardo, accusato di peculato per l'ipotesi di “creste” sui pedaggi che era chiamato a riscuotere dagli automobilisti.
L'uomo era stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura, lo scorso 4 luglio, finendo ai “domiciliari”, poi revocati una quindicina di giorni dopo, a seguito di istanza difensiva. Secondo quanto emerso dalle indagini, Letey, nel periodo dall'aprile 2012 allo stesso mese del 2017, agendo in qualità di incaricato di pubblico servizio, si sarebbe appropriato di un importo di almeno 24mila euro, a lui versati dagli automobilisti quali corrispettivi delle corse.
Sufficientemente ingegnoso, nella ricostruzione della Polizia, l'espediente messo a punto dall'ex casellante, che avrebbe anzitutto acquistato degli abbonamenti di corse, simulandone la vendita agli utenti del traforo. Dopodiché, quando un mezzo transitava alla barriera, procedeva all'esazione dell'importo ordinario, “strisciando” invece l'abbonamento e facendo figurare quel passaggio come effettuato da un abbonato (quindi dal prezzo scontato). In quel modo, per gli inquirenti, riusciva a sottrarre la differenza tra i due importi.
L'udienza è stata rinviata al prossimo 23 maggio, perché le parti (la società del tunnel si è costituita nel procedimento) stanno trattando per il risarcimento del danno da parte di Letey, difeso dagli avvocati Corrado Bellora e Alessandro Trento. L'accusa è rappresentata dal pubblico ministero Luca Ceccanti.