Il detenuto sentitosi male in carcere è morto per arresto cardiocircolatorio

E’ quanto emerge dai primi riscontri dell’autopsia effettuata ieri, mercoledì 17 luglio, nell’ambito del fascicolo per omicidio colposo aperto dalla Procura, a seguito della denuncia depositata dalla moglie di Mauro Rosso, 42enne di Biella.
Carcere di Brissogne
Cronaca

Secondo i primi riscontri dell’autopsia effettuata ieri, mercoledì 17 luglio, la morte di Mauro Rosso, 42enne di Biella, è stata causata da un arresto cardiocircolatorio. A disporre l’esame era stata la Procura, nell’ambito del fascicolo per omicidio colposo aperto sul decesso dell’uomo, detenuto al carcere di Brissogne e portato dopo un malore nell’istituto al “Parini”, dov’è morto cinque giorni dopo.

Dall’esame, svolto dall’anatomopatologo torinese Roberto Testi, è emerso anche un quadro clinico compromesso. Risultanze che non orientano verso responsabilità di terzi nell’accaduto. La relazione completa sull’autopsia sarà consegnata al pm Manlio D’Ambrosi entro 60 giorni e, a quel punto, il magistrato potrà determinarsi sul fascicolo, decidendo se chiederne l’archiviazione, o meno.

Rosso si trovava nel carcere di Brissogne per scontare un cumulo di pene per diversi reati. Si è sentito male lunedì 8 luglio: dopo il malore e i soccorsi nel carcere da parte della Polizia penitenziaria e la rianimazione del medico in servizio, era stato trasportato al “Parini”. Ricoverato, è rimasto in coma fino al giorno in cui è deceduto, sabato 13.

Era stata la moglie a depositare una denuncia sui fatti, chiedendo di fare luce sull’accaduto. Da lì, l’apertura del fascicolo da parte della Procura aostana, con la richiesta dell’autopsia, atto considerato dovuto viste le circostanze. Rosso, a Biella, era stato al centro di numerosi episodi di cronaca. Quello più grave risale al 2016, quando, nella funicolare della cittadina piemontese, aveva aggredito un imprenditore della zona.

3 risposte

  1. Bel titolo! D’altra parte io non ho ancora saputo di una persona che non sia deceduta per arresto cardiocircolatorio…..

  2. Chiedo all’articolista che bisogno c’era di andare a rispolverare vecchi fatti di cronaca che gettano fango su un morto. De mortuis nihil nisi bonum, dicevano i latini, e se proprio non si può dire niente di buono sui morti allora opportunità e rispetto consiglierebbero di tacere.

    1. Giornalisti forti con i deboli e deboli con i forti. E in Valle d’Aosta questo aspetto è ancora più accentuato. D’altra parte Mamma Regione è uno dei principali inserzionisti.

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